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Scambio di corpi tra Israele e Hamas. Denunciò torture sui detenuti, arrestata l’ex procuratrice

Turchia: Hamas pronta a cedere il potere. Trump: la tregua non è fragile. Meloni riceverà il presidente palestinese il 7 novembre a Roma
martedì, 4 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Il giorno dopo la restituzione da parte di Hamas dei resti di tre ostaggi uccisi il sette ottobre 2023, ieri Israele ha consegnato a Gaza i corpi di quarantacinque palestinesi. Per ogni ostaggio restituito, Israele ha rimandato a Gaza i resti di quindici palestinesi. Il totale dei palestinesi riconsegnati sale così a duecentosettanta. Dall’avvio del cessate il fuoco dello scorsodieci ottobre, i militanti palestinesi hanno riconsegnato i resti di venti ostaggi.

Gerusalemme ha confermato l’identità dei tre israeliani riportati a casa domenica sera. Si tratta del capitano Omer Neutra, del sergente maggiore Oz Daniel e del colonnello Assaf Hamami. Le famiglie sono state informate dopo il lavoro del Centro nazionale di medicina legale. Restano da recuperare gli ultimi otto ostaggi deceduti ancora nella Striscia. Sul terreno, però, la tregua resta fragile nei fatti, nonostante le rassicurazioni di Washington. Le forze israeliane affermano di avere ucciso diversi combattenti che avrebbero oltrepassato la cosiddetta Linea Gialla nel sud di Gaza.

L’agenzia Wafa riferisce di dieci palestinesi uccisi nelle ultime ventiquattro ore, mentre le squadre di soccorso faticano a raggiungere i feriti. Nel vicino Libano meridionale, due persone sono morte e sette sono rimaste ferite in nuovi attacchi israeliani su aree considerate roccaforti di Hezbollah. A Gaza City, secondo media arabi, squadre della Croce Rossa e membri dell’ala militare di Hamas hanno cercato corpi di ostaggi nel quartiere di Shujaiya.

Israele arresta l’ex procuratrice

Accanto agli scambi umanitari esplode il caso Sde Teiman. Il tribunale di Tel Aviv ha convalidato altre quarantotto ore di detenzione per l’ex avvocata militare generale Yifat Tomer Yerushalmi e per l’ex procuratore capo Matan Solomosh, accusati di intralcio alla giustizia in relazione alla diffusione del video sugli abusi contro un detenuto palestinese nel centro di detenzione nel Negev.

La stessa giornata registra un altro sviluppo. L’uomo comparso nel filmato, gravemente ferito, risulta essere stato rilasciato e riportato a Gaza il tredici ottobre nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco. Resta così senza la sua testimonianza il procedimento penale a carico di cinque riservisti della polizia militare, già incriminati per lesioni aggravate.

Trump: tregua solida

Da Washington arrivano messaggi destinati a pesare sul dossier. Donald Trump sostiene che la tregua non sia fragile e che Hamas verrebbe eliminata immediatamente se non rispettasse gli impegni. Dice di non volere forzare Netanyahu sul riconoscimento di uno Stato palestinese.

Aggiunge perfino la possibilità di un invito alla Casa Bianca per il presidente siriano Ahmad al Sharaa, nel quadro della rimozione delle sanzioni e di una presunta svolta a Damasco. Dall’altra parte Teheran chiude la porta. La Guida Suprema Ali Khamenei esclude ogni cooperazione con gli Stati Uniti finché Washington sosterrà Israele e manterrà basi militari nella regione.

Netanyahu: pena di morte per i terroristi

Sul piano politico e militare, Benjamin Netanyahu rilancia sulla necessità di un esercito numeroso e meglio strutturato. Secondo l’Idf serviranno dodicimila combattenti in più per compensare perdite e feriti dopo due anni di guerra. In Parlamento intanto avanza il disegno di legge sulla pena di morte per i reati di terrorismo. Gal Hirsch, responsabile per gli ostaggi, riferisce il sostegno del primo ministro.

Turchia e mondo arabo

Dalla Turchia arrivano segnali che potrebbero incidere sugli assetti del dopoguerra a Gaza. Dopo una riunione ministeriale a Istanbul con Paesi arabi e asiatici, il ministro degli Esteri Hakan Fidan afferma che Hamas è pronta a trasferire l’amministrazione della Striscia a un comitato di palestinesi e chiede a Israele di cessare le violazioni della tregua e di facilitare gli aiuti. Fonti citate dalla stampa panaraba parlano anche di una disponibilità di Hamas a deporre gli armamenti pesanti, con il vincolo di non produrre né contrabbandare più armi. Israele insiste sullo smantellamento completo della rete di tunnel, un nodo che può rallentare la ricostruzione per anni.

Meloni riceverà Abbas a Roma il 7 novembre

Sul fronte internazionale, a Roma è atteso per venerdì sette novembre alle quindici l’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e il presidente palestinese Mahmud Abbas. A Gerusalemme, nel trentennale dell’assassinio di Yitzhak Rabin, il presidente Isaac Herzog invita a rispettare tutte le clausole del piano statunitense per Gaza e a non perdere l’occasione di ampliare il cerchio degli accordi regionali, richiamando allo stesso tempo all’unità interna in vista di un anno elettorale teso.

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