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Pioggia di missili e droni sull’Ucraina: due morti, ventidue feriti. Cresce la tensione sul fronte nucleare

giovedì, 30 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

L’Ucraina ha vissuto un’altra notte di terrore. Un massiccio attacco russo con missili e droni ha colpito infrastrutture energetiche e aree residenziali in tutto il Paese, provocando almeno due morti e ventidue feriti. Le sirene hanno suonato in tutte le regioni, mentre l’aeronautica ucraina segnalava la presenza di droni Shahed e missili da crociera, balistici e ipersonici Kinzhal.
Secondo l’operatore statale Ukrenergo, diversi impianti elettrici sono stati distrutti o danneggiati, costringendo le autorità a imporre blackout in più oblast. La compagnia privata Dtek ha confermato che si tratta del terzo attacco in un mese contro le proprie centrali termoelettriche. A Zaporizhzhia, un dormitorio e numerosi edifici residenziali sono stati colpiti: undici persone, tra cui sei bambini, sono rimaste ferite.
Mosca ha rivendicato l’operazione parlando di un “massiccio attacco contro il complesso militare-industriale ucraino” e contro infrastrutture “che ne garantiscono il funzionamento”. Il ministero della Difesa russo ha giustificato i raid come risposta “agli attacchi terroristici ucraini contro obiettivi civili nel territorio della Federazione”.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha denunciato “la guerra terroristica della Russia contro la vita stessa” e chiesto all’Occidente nuove misure punitive. “Ogni attacco vile deve avere conseguenze concrete: sanzioni e pressioni reali. Mosca vuole distruggere tutto, ma contiamo sull’America, sull’Europa e sui Paesi del G7 perché non restino indifferenti”, ha scritto su X.

Preoccupazione internazionale

Mentre Kiev cerca di ripristinare l’elettricità e l’acqua nelle regioni colpite, cresce la preoccupazione internazionale anche sul fronte nucleare. Il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, ha avvertito all’Onu che “i rischi nucleari si stanno moltiplicando come mai prima”, citando Iran, Siria e Ucraina tra i fronti più critici e definendo “precarie” le condizioni della centrale di Zaporizhzhia, sotto controllo russo.
Sul piano diplomatico, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha cercato di smorzare i toni dopo l’annuncio di Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari americani. “Non abbiamo condotto test nucleari e non crediamo che ci sia una nuova corsa agli armamenti”, ha dichiarato, precisando però che Mosca “agirà se la moratoria verrà elusa”.
Trump, reduce dall’incontro con Xi Jinping in Corea del Sud, ha confermato che “sono in corso colloqui con la Russia sulla denuclearizzazione”. Ma lo stesso Peskov ha ammesso che non esistono al momento negoziati tecnici sul disarmo, pur riconoscendo che “la necessità di tali contatti è stata ripetutamente menzionata”.
In un contesto segnato da bombardamenti, blackout e tensioni atomiche, l’Ucraina continua a vivere sospesa tra la guerra sul campo e l’incertezza diplomatica. “Ringrazio tutti coloro che lavorano per la pace”, ha concluso Zelensky, mentre i soccorritori proseguono le operazioni tra le macerie.

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