È stata raggiunta l’intesa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, che interessa oltre 817 mila lavoratrici e lavoratori tra colf, badanti e baby sitter. L’accordo, frutto di un lungo e complesso percorso negoziale, è stato sottoscritto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, insieme alle associazioni datoriali Fidaldo e Domina.
Gli aumenti
Il nuovo contratto entrerà in vigore dal 1° novembre 2025 e, secondo le organizzazioni sindacali, rappresenta un traguardo significativo sia sul piano normativo che su quello economico. Per la prima volta nel settore, è previsto un aumento strutturale dei minimi retributivi: 100 euro lordi aggiuntivi sul livello medio BS, da sommare ai 135,75 euro di adeguamento al costo della vita (calcolato sull’indice Istat) relativi al periodo 2021-2025. Inoltre, la rivalutazione annuale dei minimi passerà dall’80% al 90%, garantendo una maggiore tutela contro l’inflazione.
Nuovi diritti e tutele
L’intesa introduce anche importanti novità sul fronte dei diritti e del welfare. Per la prima volta, le lavoratrici e i lavoratori domestici potranno usufruire di permessi per assistere familiari con gravi disabilità, un passo avanti rilevante considerando che il settore finora era escluso dall’applicazione della legge 104/1992.
Previsti anche nuovi strumenti di sostegno alla genitorialità, ambito in cui il lavoro domestico è storicamente privo di molte delle tutele riconosciute ad altri lavoratori.
Più competenze retribuite
Particolare attenzione viene riservata alla formazione professionale certificata: il valore dei corsi promossi da Ebincolfviene incrementato da 11 a 30 euro, con l’obiettivo di valorizzare competenze e professionalità del settore.
I sindacati: buon accordo
Le organizzazioni sindacali hanno espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto:
“Questo accordo rappresenta un passo decisivo”, sottolineano le sigle sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, “verso il riconoscimento del valore sociale e professionale di colf, badanti e baby sitter, figure fondamentali per la cura delle persone, delle famiglie e delle case, ma troppo spesso invisibili”.
È stata firmata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, applicato a oltre 817mila assistenti familiari tra colf, badanti, baby sitter. L’intesa è stata siglata dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, e dalle associazioni datoriali Fidaldo e Domina a conclusione di un percorso negoziale complesso. Il nuovo contratto che entrerà in vigore a partire dal primo novembre 2025, spiegano i sindacati, segna un importante risultato sul fronte normativo ed economico. Per la prima volta nella contrattazione del settore si assiste ad un significativo incremento dei minimi salariali, pari a 100 euro lordi a regime sul livello medio BS. Una cifra da sommare agli ulteriori 135,75 euro frutto del recupero del costo della vita (indice Istat) avvenuto, secondo le previsioni del Ccnl, nel periodo 2021-2025. Grazie al rinnovo, la rivalutazione annuale dei minimi retributivi passerà dall’80 al 90%.
Permessi
Il nuovo accordo prevede notevoli avanzamenti sul fronte del sostegno alla genitorialità, per il quale il lavoro domestico a oggi viene escluso dalla gran parte delle tutele legislative. Introdotto, inoltre, il diritto di fruire di permessi per l’assistenza ai familiari con gravi disabilità. Un risultato di estrema importanza visto che, a oggi, il settore è escluso dall’applicazione della legge 104/92. Valorizzata anche la formazione certificata promossa da Ebincolf, che passa da 11 a 30 euro.
La soddisfazione dei sindacati
Soddisfazione è stata espressa dai sindacati. “L’accordo costituisce un importante passo in avanti verso il riconoscimento del valore sociale e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore domestico, figure essenziali nei servizi di cura di case, bambini, anziani, ma spesso invisibili”, hanno dichiarato Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf.




Molto bene però vorrei capire come faranno a pagare con le pensioni attuali. Manca totalmente o quasi l’attenzione alle necessità degli anziani, poche RSA e quelle che ci sono non sempre sono all’altezza senza contare i prezzi praticati, ormai per un ricovero si chiedono circa tremila euro mensili cifra che pochissimi possono permettersi. La politica quando parla si Sanità dovrebbe occuparsi anche di questo e creare strutture adeguate agli anziani ancora autosufficienti e con adeguato sistema infermieristico.