0
Benjamin Netanyahu Primo Ministro Israeliano

Hamas: “Consegneremo le armi se finisce l’occupazione”. Netanyahu: “Colpiamo quando vogliamo”

lunedì, 27 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Nonostante la fragile tregua firmata l’11 ottobre, nella Striscia di Gaza si continua a combattere. Al Jazeera Arabic riferisce di tre nuovi attacchi aerei israeliani contro edifici a Khan Younis, nel sud della Striscia, e di droni che avrebbero colpito nei pressi dei campi profughi di Shujayea, a Gaza City. Tel Aviv sostiene di mirare a gruppi palestinesi che pianificano nuovi attacchi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la linea dura: “Colpiamo quando vogliamo e decidiamo chi entra e chi no”. Dall’altra parte, Hamas ha dichiarato che sarebbe disposto a consegnare le armi “solo se finirà l’occupazione israeliana”.
Intanto l’Unrwa denuncia che Israele continua a bloccare l’ingresso dei propri operatori e degli aiuti umanitari a Gaza, nonostante la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che impone a Israele di cooperare con le agenzie Onu. “Un cessate il fuoco da solo non è sufficiente. Cibo, tende e kit igienici sono disperatamente necessari”, ha scritto l’agenzia in un post.
Sul fronte internazionale, Israele ha accusato le forze di pace dell’Onu (Unifil) in Libano di aver abbattuto un suo drone durante una missione di ricognizione a Kfar Kila. “L’attività del drone non rappresentava una minaccia”, ha dichiarato il portavoce militare Nadav Shoshani.

Forza internazionale

Si delinea intanto la futura forza internazionale di stabilizzazione a Gaza: secondo il sito israeliano Ynet, tra i contingenti previsti ci saranno anche soldati provenienti da Pakistan, Indonesia e Azerbaigian.
A livello giudiziario e simbolico, il “Tribunale di Gaza” – organismo non ufficiale ispirato al Tribunale Russell sul Vietnam – ha concluso i propri lavori a Istanbul accusando Israele di “genocidio” e chiedendo che “i responsabili israeliani e i loro sostenitori occidentali” non sfuggano alla giustizia.
Resta infine aperta la questione degli ostaggi: Israele non conosce ancora l’ubicazione di quattro dei tredici corpi trattenuti da Hamas. Il capo di Stato maggiore Eyal Zamir ha ricordato al vicepresidente americano J.D. Vance che il Paese impiega da anni risorse per recuperare i resti dei soldati dispersi, mentre squadre della Croce Rossa e dell’Egitto lavorano congiuntamente per localizzarli.
Nel frattempo, il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha lanciato un nuovo appello: “A Gaza continuano gli scontri e mancano gli aiuti. Serve un vero impegno per la pace”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Oltre 1.700 palestinesi uccisi a Gaza mentre attendevano aiuti”

Tra la fine di maggio e la metà di agosto…

“La voce di Hind Rajab”: il docu-film di Kaouther Ben Hania che ha sconvolto Venezia

29 gennaio 2024. A Ramallah, al centro della Cisgiordania, i…