Il Consiglio europeo si chiude senza una decisione sull’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare la ricostruzione ucraina. I Ventisette hanno affidato alla Commissione il compito di tornare con una proposta “basata sulle necessità di Kiev”, ma le divisioni restano profonde. L’Ungheria ha ribadito la propria contrarietà “politica e giuridica” a qualsiasi prestito fondato su tali fondi, mentre il premier belga Bart De Wever ha parlato apertamente di “rischio di ritorsioni eterne” da parte di Mosca. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha definito il tema “complesso ma urgente”, confermando che Bruxelles lavorerà a “un’opzione praticabile per rendere operativo il prestito di riparazione”.
Sul fronte internazionale, le tensioni tra Washington e Mosca crescono dopo l’annuncio delle nuove sanzioni statunitensi contro i colossi petroliferi russi Rosneft e Lukoil. Il presidente Vladimir Putin ha definito le misure “un atto ostile” che “non danneggerà l’economia russa”, assicurando che il Paese “è immune” alle pressioni occidentali. Ma Donald Trump, rispondendo ai giornalisti alla Casa Bianca, ha replicato: “Lo vedremo tra sei mesi. Sono contento che la pensi così”.
La Casa Bianca, per voce della portavoce Karoline Leavitt, ha espresso “frustrazione” per la mancanza di progressi diplomatici: “Il presidente Trump sente che da parte russa non c’è abbastanza interesse verso la pace. Vuole vedere azioni concrete”.
“Aumentare la pressione sulla Russia”
A Londra, il premier britannico Keir Starmer ha chiesto ai leader della “coalizione dei volenterosi” – tra cui Macron, Rutte e Zelensky – di “aumentare la pressione sulla Russia” e di fornire a Kiev “armi a lungo raggio” oltre allo sblocco dei fondi russi. “Putin non fa sul serio – ha detto –. Dobbiamo rafforzare la posizione dell’Ucraina in vista dell’inverno”.
Intanto, i mercati reagiscono alle sanzioni: il prezzo del greggio Brent è salito di quasi il 5%, spinto dal timore di nuovi tagli all’export russo e dalle difficoltà per le raffinerie asiatiche di trovare fornitori alternativi.
Sul terreno, continuano gli scontri nell’Ucraina meridionale: due civili sono morti a Kherson, mentre Mosca ha dichiarato di aver colpito “un sito di addestramento per mercenari stranieri”. E mentre la Duma valuta le risposte al pacchetto americano, il Cremlino avverte: “Se Washington fornirà missili Tomahawk a Kiev, la nostra risposta sarà sconvolgente”.



