I lavori di demolizione dell’East Wing della Casa Bianca, avviati per far spazio a una nuova sala da ballo voluta dal presidente Donald Trump, stanno sollevando un’ondata di polemiche. A infiammare ulteriormente il dibattito è la decisione del Dipartimento del Tesoro — la cui sede confina con l’area del cantiere — di vietare al proprio personale l’uso di telecamere e smartphone nelle zone adiacenti ai lavori. Secondo quanto riportato da Associated Press e confermato da fonti interne, il divieto è stato imposto per “motivi di sicurezza”, ma molti lo interpretano come un tentativo di limitare la diffusione di immagini scomode. Le foto già circolate sui social mostrano ruspe all’opera su una porzione storica dell’edificio, in netto contrasto con le rassicurazioni iniziali della Casa Bianca, che aveva promesso un intervento “non invasivo”. Il progetto, battezzato White House Ballroom, prevede la costruzione di una sala da oltre 8.000 metri quadrati, con una capienza dichiarata di 999 ospiti. Il costo stimato si aggira tra i 200 e i 250 milioni di dollari, finanziati — secondo Trump — da donazioni private. Tuttavia, la mancanza di autorizzazione formale da parte della National Capital Planning Commission, l’ente federale incaricato di tutelare gli edifici storici, ha sollevato dubbi sulla legittimità dell’intervento. Il presidente della Commissione, Will Scharf, stretto collaboratore di Trump, ha dichiarato che “la giurisdizione dell’agenzia non si estende agli edifici federali”, alimentando le accuse di conflitto d’interessi. Intanto, l’opposizione democratica parla di “sfregio istituzionale” e chiede un’indagine parlamentare. La sala da ballo, secondo i piani, dovrebbe ospitare eventi ufficiali e ricevimenti di Stato, ma per molti rappresenta un simbolo di eccesso e personalizzazione del potere.
