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Cancro, il sogno di un vaccino. I ricercatori: risultati importanti. Nuovi test promettono bene, per ora sulle cavie

L’Università del Massachusetts Amherst ha sviluppato un vaccino che nei test previene la comparsa di melanoma, tumore del pancreas e carcinoma mammario
mercoledì, 22 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Un vaccino, capace di contrastare tre tumori diversi, fermandoli prima ancora che si manifestino. È il promettente risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst, che ha messo a punto una nuova formulazione sperimentale basata su nanoparticelle lipidiche multifunzionali.
Nei test condotti su topi, il vaccino ha dimostrato un’efficacia sorprendente: fino all’88% degli animali non ha sviluppato la malattia, anche in presenza di cellule tumorali potenzialmente letali. Ancora più significativo: in molti casi ha bloccato anche la formazione di metastasi, principale causa di morte per cancro.
I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Cell Reports Medicine, rappresentano un passo importante nella lunga corsa verso vaccini antitumorali efficaci e personalizzabili.

Una ambizione difficile

L’idea di usare un vaccino per prevenire il cancro non è nuova, ma è tra le più ambiziose nella ricerca biomedica. A differenza dei virus o batteri, le cellule tumorali sono “autoctone”, cioè derivano dai tessuti del nostro stesso corpo, e per questo spesso passano inosservate dal sistema immunitario.
Per attivare una risposta difensiva efficace servono due elementi chiave: antigeni tumorali specifici, che agiscano da bersaglio, e potenti adiuvanti, in grado di “svegliare” il sistema immunitario. Il nuovo studio propone una soluzione a entrambe le sfide, integrando tutto in un’unica piattaforma a base di nanoparticelle.

Come funziona

Il cuore dell’innovazione è proprio nella progettazione delle nanoparticelle lipidiche, che agiscono come dei “trasportatori intelligenti”: all’interno contengono sia antigeni tumorali sia una combinazione di due potenti molecole immunostimolanti. Questi adiuvanti agiscono su due fronti diversi — i recettori Toll-like 4 (Tlr4) e la via STING (Stimulator of Interferon Genes) — attivando una risposta sinergica particolarmente efficace.
Il risultato? Una risposta immunitaria più robusta, con una produzione intensa di interferoni e citochine infiammatorie, che aiutano le cellule del sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
“Le risposte delle cellule T specifiche che otteniamo sono la vera chiave dell’aumento della sopravvivenza”, spiega Griffin Kane, primo autore dello studio. «Il nostro vaccino stimola una memoria immunitaria sistemica, capace di durare nel tempo”.

I primi risultati

Nei test preclinici, i ricercatori hanno somministrato il vaccino a topi sani, combinandolo prima con peptidi derivati da cellule di melanoma, poi con lisati tumorali – frammenti di cellule cancerose prese direttamente dai tumori.
Successivamente, gli animali sono stati esposti a cellule tumorali. L’esito è stato straordinario: Melanoma: l’80% dei topi vaccinati è sopravvissuto senza sviluppare tumori per oltre 250 giorni. Tumore del pancreas: l’88% è rimasto sano. Carcinoma mammario triplo negativo: il 75% non ha mostrato segni della malattia. Per confronto, nei gruppi non vaccinati la sopravvivenza è crollata: tutti i topi sono morti entro 35 giorni.

Metastasi fermate

Un altro dato chiave arriva dai test sulla diffusione metastatica. Quando ai topi è stato iniettato il melanoma in forma sistemica — simulando una diffusione avanzata del cancro — nessuno degli animali vaccinati ha sviluppato metastasi ai polmoni, al contrario del gruppo di controllo.
“Le metastasi restano la principale causa di morte per cancro”, evidenzia la professoressa Prabhani Atukorale, coordinatrice del progetto. “La nostra piattaforma stimola un’immunità di memoria che agisce in tutto l’organismo, offrendo una protezione diffusa e duratura”.

La sperimentazione

I risultati ottenuti hanno spinto il team a fondare una startup, NanoVax Therapeutics, con l’obiettivo di portare la tecnologia in fase clinica. L’idea è sviluppare una piattaforma modulare, adattabile a diversi tipi di tumore, sia per la prevenzione che per la terapia.
“Il nostro obiettivo è costruire una nuova generazione di vaccini contro il cancro, su misura per ogni paziente”, conclude Kane. “Un sistema capace di istruire il sistema immunitario a riconoscere e neutralizzare il tumore prima ancora che si manifesti”.

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