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Ucraina, Trump smentisce sul Donbas: “Fermarsi sulle linee del fronte”

Zelensky: “Nessun ritiro”. Consiglio Ue: via libera al divieto di importare gas russo entro il 2027. Budapest prepara il vertice tra il presidente USA e Putin
martedì, 21 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

La giornata di ieri ha chiarito, anche se solo in parte, la direzione del dossier ucraino. A bordo dell’Air Force One, Donald Trump ha smentito di aver discusso con Volodymyr Zelensky una cessione del Donbas alla Russia: “No, non ne abbiamo parlato. Le parti dovrebbero fermarsi lungo le linee attuali e smettere di uccidere; il resto si negozierà più avanti”. Un’impostazione di congelamento del fronte che da Kyiv non trova sponda.

Zelensky, in un punto stampa, ha ribadito: “Non ci ritireremo dai territori che Mosca non ha conquistato”. E ha aggiunto che l’Ucraina è pronta a rafforzare la propria capacità di lungo raggio, accelerare su elicotteri e aviazione e chiudere rapidamente gli atti per nuovi sistemi di difesa aerea: servono 25 batterie Patriot, anche utilizzando i beni russi congelati.

Sul piano diplomatico, prende corpo l’idea di un faccia a faccia Trump-Putin a Budapest. Il Cremlino spiega la scelta dell’Ungheria con i “rapporti cordiali” di Viktor Orbán con entrambi i leader; Roma, con Antonio Tajani, invita al pragmatismo: “Non scandalizzi il luogo, contano i risultati”. Da Kiev arriva l’apertura di Zelensky a un formato trilaterale nella capitale ungherese (“se invitato, andrò”), mentre da Varsavia il premier Donald Tusk avverte: “Nessuno faccia pressioni su concessioni territoriali”. Scettica l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas: incontri senza Europa e Ucraina “non portano a nulla”; meglio concentrare la pressione su Mosca. Helsinki rimarca: “Sulle sanzioni decide l’Ue, non altri”.

Ue: stop al gas russo

Proprio l’Unione europea, riunita a Lussemburgo, ha dato ieri il via libera politico allo stop alle importazioni di gas russo entro fine 2027 (ora il dossier passa al Parlamento). Dan Jørgensen parla di “indipendenza energetica” possibile; ma si registrano i no di Slovacchia e Ungheria. Bratislava denuncia colli di bottiglia e rischio sicurezza; Budapest, con Péter Szijjártó, parla di “matematica e fisica”: le infrastrutture residue “non possono rifornirci”. Varsavia prova a cucire, promettendo supporto ai Paesi più esposti.

Intanto Bruxelles prepara nuove strette: Kallas annuncia che il 19° pacchetto di sanzioni “non sarà l’ultimo” e mette nel mirino la “flotta ombra” del greggio russo con ispezioni pre-autorizzate e accordi con Stati di bandiera; Parigi propone un 20° pacchetto contro i Paesi terzi che aiutano lo sforzo bellico di Mosca. Parallelamente, riguardo all’adesione Ue, il ministro ucraino Andrii Sybiha richiama i Ventisette a non “tenere in ostaggio” il percorso di Kyiv, chiede l’inclusione nei programmi SAFE e PURL e rilancia l’idea di un sistema integrato europeo di difesa aerea “con l’Ucraina parte integrante”. In parallelo, Zelensky ha depositato in Parlamento la proroga di legge marziale e mobilitazione per altri 90 giorni a partire dal 5 novembre.

Missili, droni e infrastrutture

Sul terreno, la guerra non si ferma. Kiev riferisce di tre missili balistici e 60 droni lanciati nella notte, con vittime nella regione di Kharkiv; Mosca sostiene di aver abbattuto sette droni ucraini su Crimea e regioni interne. Due civili sarebbero morti in un attacco con drone nella regione russa di Belgorod. Prosegue la campagna ucraina sull’energia: secondo fonti industriali, il colpo all’impianto di Orenburg ha costretto il Kazakistan a ridurre la produzione nel giacimento di Karachaganak, segno degli effetti a catena sulla rete energetica regionale.

Dossier giudiziari e sicurezza interna

Nella cornice politico-giudiziaria, la Polonia ha negato l’estradizione in Germania di Volodymyr Zhuravlev, sospettato per il sabotaggio dei Nord Stream: per il presidente Nawrocki in Germania non avrebbe avuto “un giusto processo”. Da Londra, il ministro della Difesa Healey annuncia nuovi poteri per abbattere droni non identificati sopra basi militari britanniche; a Bruxelles l’ambasciatore russo a Roma avverte l’Italia: usare i beni russi congelati per Kyiv sarebbe “il furto del secolo”.

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