In occasione della cerimonia al Quirinale per la consegna delle Stelle al Merito del Lavoro 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato con forza l’attenzione sul fenomeno del dumping contrattuale, denunciando le conseguenze negative di una prassi che danneggia lavoratori e imprese e mina la coesione sociale del Paese. Un tema che, come sottolineato dallo stesso Capo dello Stato, non può più essere eluso.
Danni per i lavoratori
Le parole del Presidente hanno suscitato l’attenzione delle principali realtà del mondo economico e istituzionale. Tra queste, Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, ha rilanciato “con favore e condivisione” il richiamo del Quirinale, ribadendo la centralità della contrattazione collettiva realmente rappresentativa come strumento per garantire tutele e qualità del lavoro. “Bene il richiamo del Presidente Mattarella sulle pericolose conseguenze del dumping contrattuale”, evidenzia Sangalli, “un fenomeno che, come emerso da una nostra recente analisi, è in forte crescita, soprattutto nel Mezzogiorno, danneggiando imprese e lavoratori. Senza salari dignitosi e contratti rappresentativi non c’è crescita, né coesione sociale”.
Sangalli ha inoltre sottolineato il ruolo attivo del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro (Cnel) in questa battaglia, sottolineando come la riforma dell’Archivio nazionale dei contratti rappresenti uno strumento chiave per distinguere tra accordi genuini e contratti “pirata“, firmati da soggetti privi di reale rappresentatività.
Bloccare i contratti pirata
Sulla stessa linea, il presidente del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro, Renato Brunetta, che ha rafforzato l’allarme lanciato da Mattarella, definendo la questione salariale “non più rinviabile”. Secondo Brunetta, il dumping contrattuale è una piaga che va contrastata con decisione, superando le divisioni politiche del passato. “Non è degno di un Paese civile tollerare contratti collettivi sottoscritti da sigle sindacali e datoriali poco o nulla rappresentative”, osserva Brunetta, “che mirano unicamente a ridurre il costo del lavoro abbattendo i salari”.
Brunetta ha rivelato che, attualmente, nell’Archivio nazionale dei contratti sono registrati oltre 1000 contratti collettivi, molti dei quali sottoscritti da circa 500 sigle sindacali e datoriali non rappresentative, che alimentano un vero e proprio “mercato della rappresentanza”.
Archivio per segnalare le irregolarità
“Il Cnel si è mosso con decisione sin dall’inizio di questa Consiliatura”, ricorda ancora Brunetta, “per contrastare questo fenomeno, e da un mese è operativa una nuova organizzazione dell’Archivio, in grado di segnalare con maggiore chiarezza i contratti firmati da soggetti autenticamente rappresentativi rispetto a quelli parassitari”. Il prossimo passo, già previsto per il 2026, sarà l’introduzione di un sistema di segnalazione dei trattamenti retributivi e normativi standard per ogni profilo professionale. Uno strumento che punta a dare maggiore trasparenza al mondo del lavoro e ad arginare pratiche sleali”.