domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Esame di maturità in presenza: i controsensi dell’istruzione italiana

Dal 17 giugno circa 500.000 studenti saranno alle prese con la maturità. Quest’anno, però, per ovvi motivi le regole sono decisamente cambiate. Il 16 maggio la Ministra Azzolina ha firmato le Ordinanze sugli Esami di Stato del primo e del secondo ciclo e sulla valutazione finale: nel primo caso, come del resto già avvenuto per esami universitari e sedute di laurea, si è scelta la modalità a distanza, mentre nel secondo la sola prova orale si terrà in presenza.

Nei mesi precedenti tanti dubbi hanno investito il mondo della scuola e lo stesso Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, incerto sugli sviluppi epidemiologici, nel parere del 13 maggio ha riferito: “raccogliendo la forte preoccupazione del mondo della scuola per la situazione sanitaria di emergenza in cui versa il Paese e, consapevole che la situazione non potrà essere mutata nei prossimi mesi, secondo quanto chiarito dalle autorità sanitarie, ritiene indispensabile l’emanazione urgente di un protocollo di sicurezza nazionale stringente, dettagliato e prescrittivo a garanzia della salute di tutto il personale coinvolto nell’esame di Stato e degli alunni. In assenza di tale protocollo o nell’impossibilità di poterne applicare le prescrizioni ritiene indispensabile prevedere con immediatezza la realizzazione a distanza di tutte le operazioni d’esame.”

Il 19 maggio il Ministero dell’Istruzione ha così siglato con le Organizzazioni sindacali l’intesa che recepisce il Documento prodotto dal Comitato tecnico-scientifico al fine di garantire le condizioni di sicurezza richiamate dal CSPI, per lo svolgimento della prova orale degli esami del secondo ciclo.

A tale documento, si aggiungono una serie di azioni volte a supportare le istituzioni scolastiche nell’applicazione delle misure di sicurezza e a monitorare la situazione. È prevista, infatti, oltre all’attivazione di un servizio di help desk per le scuole, l’istituzione di un tavolo nazionale composto da rappresentanti del Ministero e Organizzazioni sindacali e tavoli regionali che collaboreranno con Enti locali, Sindacati, Servizi di igiene epidemiologica, Croce Rossa e Protezione Civile. 

Stando a quanto indicato nel documento del CTS, oltre alle già note misure organizzative che abbiamo imparato a conoscere nella Fase 2 (verifica dell’assenza di sintomatologia respiratoria o di febbre superiore a 37.5°C; autodichiarazione attestante l’assenza di stato in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni e di non essere stato a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni), le misure di sicurezza consistono nella pulizia quotidiana di tutti gli spazi da utilizzare, nella predisposizione di percorsi predefiniti di entrata e uscita, distanziamento di 2 metri fra candidati e commissari e fra gli stessi commissari ed obbligo di mascherina. Ogni candidato potrà essere accompagnato da una sola persona, che dovrà rispettare a sua volta le misure indicate. 

In base a quanto dichiarato, il Ministero dell’Istruzione si fa carico dell’erogazione delle risorse necessarie per l’attuazione delle indicazioni riportate nel documento.

Ogni anno gli esami di maturità costano allo Stato milioni di euro. In Italia si contano all’incirca 8.868 scuole tra licei, istituti tecnici ed altri rientranti nella categoria delle secondarie di secondo grado. Per ciascuno di essi quest’anno, vista l’emergenza sanitaria, se ne aggiungeranno di ulteriori per la sanificazione dei luoghi, l’acquisto di disinfettanti e dispositivi di sicurezza. Il Decreto Rilancio ha destinato 39,23 milioni di euro per lo svolgimento in sicurezza degli esami e oltre 8,2 milioni sul totale alle scuole paritarie sede d’esame.    

Senza contare l’obbligo di mantenere le distanze in ambienti dove è difficile garantirle od alla rinuncia da parte di molti insegnanti, per timore o perché rientrati nei luoghi d’origine. 

Per quanto possano essere stringenti e dettagliate, le misure predisposte non potranno escludere del tutto il rischio di contagi ed i costi, per lo svolgimento della sola prova orale, non sono da sottovalutare. 

Non è ben chiaro il motivo che abbia indotto ad optare per la presenza dei maturandi all’ultima prova, soprattutto perché sia per le secondarie di primo grado che per le università si è adottata la modalità da remoto. 

Si potrebbe addurre che la maturità sia un traguardo importante per gli studenti, ma i gli stessi dati del Miur dimostrano che la sua funzione, ora, è per lo più formale. Nel 2019 i candidati ammessi all’esame sono stati il 96,1% degli scrutinati (nel 2018 era stato il 96%). I diplomati finali il 99,7%, nel 2018 erano il 99,6%. L’esame di Stato, già da tempo, non assolve più al suo ruolo, non rappresenta lo spartiacque tra chi, per merito, è considerato idoneo ad ultimare il percorso ed accedere all’università. Alla luce di queste considerazioni, viene da chiedersi se il gioco vale la candela. L’esame di maturità è tante cose: un simbolo, un rito di passaggio. Forse per quest’anno si poteva ipotizzare una modalità alternativa dell’esame nella sua totalità e, per il futuro, se non è da prendere in considerazione l’idea di abolirlo, è però auspicabile una sua riforma. 

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