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Mattarella: “Troppe disuguaglianze nei salari, famiglie povere nonostante il lavoro”

L’appello del Presidente: “Il divario tra retribuzioni cresce, serve un nuovo patto sociale”. Denuncia sui contratti “pirata” e sulla fuga dei giovani all’estero
sabato, 18 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

“La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio mostra ora segnali di inversione di marcia. Ma restano troppi squilibri nelle retribuzioni, con famiglie sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro”. Così Sergio Mattarella ha aperto ieri il suo intervento al Quirinale durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro, una tradizione che ogni anno celebra l’impegno e la dedizione dei lavoratori italiani. Il Capo dello Stato ha tracciato un quadro ampio e preoccupato del mondo del lavoro, soffermandosi sulle disuguaglianze salariali, sulle nuove forme di precarietà e sulla necessità di garantire “una retribuzione proporzionata e sufficiente”, come stabilisce l’articolo 36 della Costituzione.
“I salari ha ricordato sono stati lo strumento principale per ridurre le disuguaglianze e per garantire un equo accesso ai frutti dell’innovazione e del progresso. Oggi questo equilibrio è messo in discussione”, ha detto.

Divario allargato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Cerimonia, di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro per l’anno 2025
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Cerimonia, di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro per l’anno 2025

Il Presidente della Repubblica ha sottolineato come “la quota di reddito da lavoro, a livello mondiale, sia scesa in misura significativa dal 2014 al 2024”, una tendenza che non risparmia l’Italia. “Si allarga il divario tra chi percepisce stipendi modesti e chi, nei vertici aziendali, gode di remunerazioni centinaia o persino migliaia di volte superiori. Non è solo una questione economica, ma di coesione sociale e di tenuta democratica”. Mattarella ha citato i dati di Confcommercio, che segnalano oltre mille contratti collettivi nazionali depositati al Cnel, di cui circa 250 nei settori del turismo e del terziario. Tra questi, ha osservato, “si moltiplicano i cosiddetti contratti pirata, firmati da sigle scarsamente rappresentative, che producono dumping contrattuale e riducono i diritti e le tutele dei lavoratori”.
“Quando tante famiglie si ritrovano sotto la soglia di povertà pur avendo un reddito da lavoro, non possiamo più parlare solo di mercato, ma di una distorsione del patto sociale che tiene insieme il Paese”, ha quindi aggiunto.

La fuga dei giovani

Il Capo dello Stato ha poi affrontato il tema della fuga dei giovani all’estero, una ferita aperta per l’Italia: “Troppi ragazzi sono spinti all’emigrazione non solo per la difficoltà di trovare occupazione, ma per il basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro. È un impoverimento umano e professionale che dobbiamo arginare”. Il Presidente ha poi ricordato anche le trasformazioni del lavoro dopo la pandemia: “La decrescita industriale ha portato all’espansione del settore dei servizi e allo sviluppo dello smartworking, ma insieme a nuove opportunità sono cresciute le distanze retributive tra le diverse categorie e territori. Nei piani alti dell’occupazione troviamo lavori ben retribuiti e appaganti, nei piani bassi forme di precarietà subita, talvolta oltre il limite dello sfruttamento”.
Richiamando anche la Banca Centrale Europea, Mattarella ha segnalato che “alla robusta crescita post-Covid non è corrisposta la difesa dei salari reali, mentre azionisti e manager hanno beneficiato di risultati record. Porre rimedio non significa inseguire politiche assistenziali, ma scegliere la strada dello sviluppo sostenibile, dell’innovazione e della coesione sociale. È un tema di equità, ma anche di lungimiranza economica”.

L’omaggio

Nel passaggio più toccante del discorso, il Presidente ha rivolto un pensiero ai caduti sul lavoro, consegnando alcune onorificenze alla memoria di Angelo Catania, Maurizio Curti e Loris Nadali: “Lavoro non può significare rischio di vita. Oggi dovrebbero essere qui con noi. La sicurezza è parte della dignità del lavoro e della civiltà di un Paese”. Mattarella ha elogiato i Maestri del Lavoro, sottolineando il loro ruolo educativo nelle scuole e nella società civile: “Con la loro testimonianza trasmettono ai giovani il valore del lavoro come espressione della personalità e strumento di partecipazione alla vita collettiva”.

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