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Oltre il 60% dei commercialisti in Italia si dice pronto a investire in intelligenza artificiale

giovedì, 16 Ottobre 2025
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MILANO – La professione contabile e fiscale è nel vivo di una rivoluzione digitale. A scattare la fotografia di questo cambiamento è Wolters Kluwer Tax & Accounting, con la seconda edizione del report globale “Future Ready Accountant 2025”. L’indagine, che ha coinvolto oltre 2.700 studi in tutto il mondo, dipinge un settore in rapida evoluzione, dove l’intelligenza artificiale sta passando da sperimentazione a pilastro operativo.

I numeri parlano chiaro: a livello globale, un impressionante 77% degli studi prevede di aumentare gli investimenti in IA. Ma non è solo una questione di intenti futuri: il 35% utilizza già l’IA ogni giorno, una cifra che è quasi quadruplicata rispetto al misero 9% del 2024. La professione si sta sempre più orientando verso i servizi di consulenza, ormai offerti dal 93% degli studi, supportati da una crescente adozione di cloud e automazione per potenziare efficienza e supporto ai clienti.

E in Italia? Il Bel Paese si muove a due velocità. Da un lato, mostra un dinamismo promettente: il 28% degli studi utilizza l’IA quotidianamente e una solida maggioranza, il 61%, pianifica nuovi investimenti nel triennio. Il 34% degli studi lavora ormai interamente in cloud, un dato che ci colloca al terzo posto in Europa. Le ragioni? La sicurezza dei dati (41%), la semplicità di implementazione (33%) e l’efficienza dei costi (32%). Tuttavia, la paura di interruzioni operative frena ancora il 38% dei professionisti.

Il legame con le imprese rimane fortissimo: il 69% delle PMI italiane affida la contabilità a studi professionali, un segnale di fiducia indiscussa. C’è però un campanello d’allarme: solo il 57% degli studi supporta attivamente i clienti nella scelta di soluzioni tecnologiche, il dato più basso in tutta Europa. Anche sul fronte economico si percepisce un ritmo più lento: solo il 66% degli studi italiani ha visto crescere i ricavi negli ultimi tre anni, una performance che stenta a tenere il passo con la media europea dell’80%. A questo si aggiungono un ricorso al lavoro ibrido ancora limitato (26%) e investimenti in formazione digitale non ancora al livello di nazioni come Belgio e Paesi Bassi.

Il quadro che emerge è quello di una professione solida, centrale per la competitività delle aziende italiane, ma chiamata a una corsa contro il tempo per colmare il divario digitale.

“L’intelligenza artificiale non è più un’ipotesi futura ma un imperativo attuale: le aziende devono adottarla per evolversi e crescere”, commenta Jason Marx, CEO di Wolters Kluwer Tax & Accounting.

Il report completo “L’era dell’intelligenza: il nuovo commercialista tra IA, dati e analisi” è disponibile sul sito di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia.
– Foto ufficio stampa Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia –.

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