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Un maxi-risarcimento da un milione di euro. È questa la condanna inflitta dalla Corte dei Conti della Calabria a un dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, ritenuto responsabile di un grave danno alle casse pubbliche.
La sentenza, emessa dalla Sezione Giurisdizionale di Catanzaro, chiude un’indagine nata da un filone di una precedente inchiesta della Guardia di Finanza. Il cuore della questione? L’approvvigionamento di un gas medicale per le strutture sanitarie.
Il dirigente, in base ai suoi compiti, avrebbe dovuto bandire una nuova gara d’appalto per affidare il servizio di fornitura dei “gas medicinali puri”. Invece, non ha mosso un dito. Questa inerzia, protratta nel tempo, ha di fatto consentito a una società di continuare a rifornire l’ASP senza un contratto aggiornato.
Il particolare che fa scattare il danno erariale è proprio qui: quell’appalto non veniva aggiornato o rinnovato da oltre un decennio. A causa di questa negligenza, l’Azienda Sanitaria ha continuato a pagare il gas medico a un prezzo di gran lunga superiore a quello che altri ospedali della provincia applicavano con fornitori diversi. Un costo insostenibile, che ha pesato per un milione di euro sulla collettività.
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