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ROMA – Un fremito di ottimismo, inatteso dopo anni di turbolenze, ha attraversato l’aula di Montecitorio. “È la prima volta che posso condividere con voi un sentimento di sollievo e di speranza per il futuro”. Con queste parole, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto l’informativa urgente alla Camera, dipingendo il piano di pace in discussione come un potenziale punto di svolta storico, capace di cambiare per sempre il volto del Medio Oriente.
Ma la cautela non è stata messa da parte. Tajani ha subito temperato l’ottimismo con una nota di realismo, avvertendo che “il successo del piano Trump è appeso a un filo”, e che molte variabili decisive restano ancora in sospeso. Eppure, in quel filo sottile, sembra esserci una resistenza inaspettata. “Tuttavia”, ha concluso, “quel filo di speranza si sta rivelando solido”. Un fragile, ma tenace, motivo per guardare avanti.
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