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Mattarella al Papa: “Tregua a Gaza, una scintilla di speranza”

martedì, 14 Ottobre 2025
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ROMA – “In Medio Oriente, alla ferita aperta dal brutale attacco terroristico del 7 ottobre 2023, è seguita una reazione che ha oltrepassato ogni criterio di proporzionalità, sfiorando i confini stessi dell’umanità. Oggi, però, una timida scintilla di speranza comincia a brillare e va alimentata con tutte le nostre forze”.

Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto al Quirinale Papa Leone XIV, dipingendo un quadro drammatico ma percorso da un filo di ottimismo. “La liberazione degli ostaggi sopravvissuti”, ha proseguito, “è un faro nel buio, un valore che parla a chiunque abbia a cuore la civiltà e l’intangibile dignità di ogni persona. Il nostro pensiero, commosso, va a coloro che non ce l’hanno fatta, stroncati da una prigionia crudele”.

Il cessate il fuoco a Gaza, per Mattarella, è il primo, indispensabile passo. “Finalmente possiamo tendere una mano a quella popolazione civile, stremata da indicibili sofferenze. L’auspicio è che i negoziati in corso tragascano presto a una sospensione definitiva delle ostilità, un traguardo che gioverebbe non solo alla Striscia, ma all’intera, fragile stabilità del Medio Oriente e dei Luoghi Santi. È l’unica via per rilanciare la soluzione dei due Stati, l’unica in grado di assicurare un futuro di pace e sicurezza, sia per Israele che per la Palestina”.

Il Capo dello Stato ha poi scavato in profondità, toccando il cuore del problema. “Una pace vera e duratura non è un semplice trattato: deve abitare nell’animo dei popoli. Senza questa riconciliazione interiore, sotto la cenere di un conflitto apparentemente spento, cova il rancore. Un fuoco pronto a divampare di nuovo, trasformando la fine delle violenze in una semplice, tragica parentesi tra due esplosioni”.

Il discorso si è allargato quindi a un mondo in profonda crisi. Mattarella ha rievocato il Secondo dopoguerra, “quando seppero costruire un mondo sul multilateralismo e sul dialogo. Quel sistema, oggi, viene progressivamente smantellato. Le istituzioni che nacquero allora appaiono indebolite, spesso svuotate con irresponsabile cinismo, e incapaci di affrontare le crisi attuali. È allarmante vedere venir meno i meccanismi che costruiscono fiducia tra gli Stati”.

In questo scenario fosco, “la legge del più forte e la tentazione delle armi sembrano guadagnare terreno. Dignità e diritti di individui, gruppi e interi popoli sono calpestati. L’aggressione russa su larga scala in Ucraina, dopo quasi quattro anni, continua a mietere un numero insopportabile di vittime civili, seminando morte, distruzione e gettando un’ombra minacciosa su tutto il continente europeo”.

Il Presidente ha lanciato un monito contro l’indifferenza: “Il moltiplicarsi di conflitti e crisi umanitarie rischia di assuefare l’opinione pubblica, di anestetizzare le coscienze di fronte alla sofferenza di milioni di esseri umani. A pagare il prezzo di un mondo dove la convivenza pacifica è in pericolo sono sempre i più vulnerabili, soprattutto bambini e giovani. Non possiamo accettare che a intere generazioni venga rubato il futuro”.

Un pensiero speciale è andato alle comunità cristiane, “che spesso pagano un tributo altissimo nelle guerre, prese di mira proprio per il loro ruolo tradizionale di stabilizzazione e moderazione, specialmente in Vicino Oriente”. Ma la riflessione di Mattarella è diventata un appello universale: “Non arrendiamoci all’idea di una società dominata da oligarchie e privilegiati, in base alla ricchezza, alla spregiudicatezza o all’indifferenza verso il prossimo. Una prospettiva che cancella i valori fondativi di uguaglianza, solidarietà e libertà”.

Infine, uno sguardo all’Europa, faro di speranza. “Questo continente ha visto popoli che per secoli si sono sanguinosamente combattuti riunirsi finalmente attorno ai principi di pace e collaborazione. Un nucleo di valori che, nei Padri fondatori – molti di formazione cristiana – ha trovato linfa vitale nel rispetto della dignità di ogni persona, della solidarietà e della giustizia. Questi principi sono l’anima delle nostre democrazie, che non sono solo ‘regole del gioco’, ma la garanzia più profonda di libertà, uguaglianza e partecipazione. Sono l’antidoto più potente all’odio irriducibile, ai conflitti e alla guerra”.

Chiudendo, il Presidente ha ricordato lo storico appello di Pio XII “a bandire per sempre la guerra come strumento di risoluzione delle controversie. Un appello che, attraverso il magistero dei Pontefici, trova in Vostra Santità un messaggero instancabile, come il Suo primo discorso dalla Loggia delle Benedizioni ha subito dimostrato”.

“La pace”, ha concluso Mattarella, “comincia da ognuno di noi. Per questo è fondamentale disarmare gli animi e disarmare le parole. In questo, una responsabilità speciale grava sui decisori politici e su chiunque abbia il potere di influenzare il dibattito pubblico”.

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