0

Per l’Abi credito in crescita e tassi in discesa: “Conti solidi, fiducia in risalita”

Nel report di ottobre l’Associazione bancaria evidenzia un aumento dei finanziamenti dell’1,8% e mutui più convenienti, al 3,25%
martedì, 14 Ottobre 2025
3 minuti di lettura

Il credito torna a correre, sostenuto da tassi in graduale discesa e da una domanda più vivace di finanziamenti da parte di famiglie e imprese. È quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana pubblicato ieri che ha fotografato una fase di stabilità e consolidamento per il sistema bancario nazionale. Dopo mesi di incertezza legati all’evoluzione dei tassi d’interesse e alle politiche monetarie della Banca centrale europea, i numeri del settore mostrano un contesto in miglioramento, con margini di credito in espansione e qualità del portafoglio in costante recupero. Nel mese di settembre 2025, secondo l’Abi, il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni si è attestato al 3,25%, in leggero calo rispetto al 3,28% di agosto e in netta riduzione rispetto al 4,42% registrato a dicembre 2023. Una flessione contenuta ma significativa, che conferma il rallentamento del costo del denaro dopo il lungo ciclo di rialzi tra il 2022 e il 2023.

Il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso anch’esso al 3,33%, dal 3,38% del mese precedente, mentre il tasso medio complessivo sui prestiti in essere si mantiene stabile al 3,92%. Anche la dinamica dei tassi interbancari e di riferimento riflette questa tendenza: l’Euribor a tre mesi è rimasto stabile intorno al 2,02%, mentre il rendimento dei Btp decennali si è leggermente ridotto al 3,55% dal 3,56% di settembre.

Raccolta bancaria in aumento del 2,8%

A livello generale, il margine medio tra tassi sui prestiti e tassi sulla raccolta, il cosiddetto spread bancario, resta stabile a 196 punti base, segnalando un equilibrio tra la remunerazione dei risparmi e il costo del credito. Sul fronte della raccolta, il sistema bancario italiano continua a mostrare una crescita moderata ma costante. A settembre 2025 la raccolta diretta complessiva, comprendente depositi e obbligazioni, è aumentata del 2,8% su base annua, proseguendo il trend positivo avviato all’inizio dell’anno (+2,7% ad agosto). Anche i depositi delle famiglie e delle imprese risultano in crescita del 2,8%, mentre la raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni è avanzata di pari passo, segnando un +2,8% rispetto a dodici mesi prima.

Il tasso medio sui nuovi depositi vincolati (certificati di deposito e depositi a durata prestabilita) è pari all’1,97%, un livello stabile ma decisamente superiore a quello di due anni fa, quando a giugno 2022 era appena dello 0,29%. Anche il rendimento medio delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie è salito al 2,50%, contro l’1,31% di metà 2022.

Prestiti in crescita dell’1,8%

Nel complesso, il tasso medio sul totale dei depositi, che include conti correnti, depositi a risparmio e depositi vincolati, resta allo 0,63%, invariato rispetto ad agosto ma in netto rialzo rispetto allo 0,32% del periodo pre-rialzi Bce. Il tasso medio sui conti correnti, strumento non pensato per finalità d’investimento, si attesta invece allo 0,27%. I dati dell’Abi mostrano un chiaro miglioramento sul fronte del credito erogato. L’ammontare complessivo dei prestiti a famiglie e imprese è cresciuto dell’1,8% su base annua a settembre, accelerando rispetto al +1,6% registrato nel mese precedente. In particolare, i finanziamenti alle famiglie sono aumentati del 2%, sostenuti dalla domanda di mutui e credito al consumo, mentre quelli alle imprese sono cresciuti dell’1,2%.

Per i nuclei familiari si tratta del nono mese consecutivo di incremento, un segnale di fiducia e di graduale ripresa della propensione alla spesa e all’investimento. Per le imprese, invece, il dato positivo segna il terzo mese consecutivo di crescita, dopo un 2024 più debole sul fronte della liquidità e degli investimenti produttivi.

Qualità del credito ai massimi dal 2015

Altro segnale incoraggiante riguarda la qualità degli attivi bancari. A fine agosto 2025, i crediti deteriorati netti (ovvero sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute al netto delle rettifiche) sono scesi a 29,3 miliardi di euro, in ulteriore calo rispetto ai 30,2 miliardi di marzo e ai 31,3 miliardi di dicembre 2024. Il dato rappresenta il livello più basso degli ultimi dieci anni: nel 2015 i crediti deteriorati ammontavano a 196,3 miliardi di euro. In rapporto al totale dei finanziamenti, il peso dei crediti deteriorati è oggi pari all’1,41%, in diminuzione rispetto all’1,48% di marzo e all’1,51% di fine 2024.

Secondo l’Abi, questi numeri testimoniano l’efficacia delle politiche di contenimento del rischio adottate negli ultimi anni dal sistema bancario e confermano il consolidamento della stabilità finanziaria complessiva.

Tassi di mercato stabili

Sul versante dei tassi di mercato, nei primi giorni di ottobre 2025 l’Abi segnala un andamento stabile. L’Euribor a tre mesi si è attestato in media al 2,02%, in lieve calo di un punto base rispetto a settembre; il tasso IRS a dieci anni è salito al 2,70% (+1 punto base), mentre il rendimento medio dei Bot a sei mesi si è ridotto al 2,00%. Anche i Btp decennali sono leggermente scesi, al 3,55%, confermando la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia e il clima di stabilità finanziaria che si riflette sui titoli di Stato e sul costo del credito bancario.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Tassi, serve prudenza”: l’avviso della Banca d’Italia

“La politica monetaria deve essere bilanciata”. Sono state parole chiare…

“Tagliare i tassi scelta logica. Ma serve prudenza”

La decisione della Banca centrale europea di tagliare i tassi…