“Il commercialista deve diventare una professione sempre più attrattiva, soprattutto per i giovani, che rappresentano la risorsa su cui investire. È fondamentale far comprendere il valore di questa figura professionale, che tutela il risparmio delle famiglie ed è un partner strategico per gli imprenditori, supportandoli sia nella gestione quotidiana dell’attività sia nei momenti di difficoltà, come nelle crisi d’impresa. Si tratta di un ruolo di grande responsabilità e rigore, che incide in modo determinante sul tessuto economico e sociale del Paese”.
Sono le parole di Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati, nel corso del Cnpr Forum speciale, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“L’Associazione Nazionale Commercialisti, attraverso i suoi iscritti, svolge un ruolo particolarmente delicato nella nostra società – ha sottolineato Damiano Tommasi, sindaco della città scaligera -, perché è al fianco di famiglie e imprese. Una funzione spesso sottovalutata, ma che rappresenta un presidio imprescindibile di legalità, contribuendo a semplificare e favorire il dialogo tra cittadini e istituzioni. Il patto sociale resta integro e solido solo se tutti sono messi nelle condizioni di partecipare: è questo l’obiettivo comune su cui dobbiamo lavorare insieme. È stato un onore ospitare a Verona un’organizzazione nazionale che riunisce professionisti da tutta Italia, un’occasione di confronto e uno stimolo a essere sempre all’altezza di eventi di questo livello”.
Sulla riforma della professione, recentemente approvata dal Consiglio dei ministri, si è soffermato Marco Cuchel, presidente nazionale dell’Anc: “Il ruolo delle professioni è e deve restare centrale e il governo con le due leggi delega ha mostrato di voler rilanciare il nostro mondo. Abbiamo visto che nella legge delega non condividiamo il richiamo ai lavoratori autonomi della legge 4 del 2013 e c’è molto da fare con audizioni ed emendamenti da riempire di contenuti che diano un vero rilancio alla professione rendendola più appetibile e interessante. Purtroppo, la proposta formulata dal consiglio nazionale è molto debole e incentrata esclusivamente sull’art 25 per la modifica dell’elettorato. Questo è inaccettabile, la nostra professione merita di più, bisogna concentrarsi necessariamente su altri obiettivi”.
Secondo Andrea De Bertoldi (Commissione Finanze a Montecitorio) “il governo sta lavorando anche sulla legge delega per la riforma delle professioni, in Parlamento sarà necessario intervenire sui decreti attuativi per apportare alcuni correttivi, come l’eliminazione del riferimento alla legge 4 del 2013, che disciplina le professioni non ordinistiche. Uno dei temi centrali per il futuro dei liberi professionisti resta la tutela delle riserve professionali, che devono essere garantite a chi ha superato un esame di Stato, è sottoposto a forme di controllo e partecipa alla formazione continua”.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, si è sviluppato un serrato confronto tra gli addetti ai lavori: “L’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano esprime forte perplessità sulla proposta di riforma elaborata dal Cndcec, poiché non delimita in modo chiaro l’attività dei commercialisti, non ne offre una definizione precisa e tende a proporre una visione elitaria della professione”. Noi riteniamo – ha evidenziato Marcella Caradonna, numero uno dell’Odcec di Milano, nel corso del Cnpr Forum speciale -, invece, che sia fondamentale valorizzare il ruolo del commercialista che, con un rapporto fiduciario e diretto, affianca persone, imprese e famiglie nella quotidianità. Esistono naturalmente percorsi di specializzazione, ma è innegabile che durante la pandemia da Covid sia stato proprio il commercialista tradizionale a sostenere concretamente il tessuto economico del Paese”.
Secondo Mario Civetta, past president dell’Odcec di Roma, “siamo alla vigilia di un momento che potrebbe rivelarsi epocale per la nostra categoria, con una riforma capace di modernizzare e migliorare un ordinamento che ha ormai bisogno di un vero restyling. I commercialisti hanno evidenziato numerosi temi centrali, e ci auguriamo che il percorso parlamentare possa tradursi in un reale passo avanti. Il nostro ruolo è quello di trait d’union tra famiglie, imprese, istituzioni e fisco: da sempre siamo al loro fianco, e proprio per questo dobbiamo avere la capacità di evolvere, restando al passo con le nuove esigenze della società e dell’economia”.
Per Enrico Terzani, presidente dei commercialisti e degli esperti contabili fiorentini, “Il ruolo dei professionisti deve essere sempre propositivo: non dobbiamo limitarci a ‘subire’ le decisioni del governo, ma proporre soluzioni, alternative e riflessioni su ciò che non ha funzionato. Un esempio è il concordato preventivo biennale, che non sembra aver riscosso il successo auspicato. Il nostro compito è intervenire per migliorare l’efficacia e renderlo più attrattivo, partendo dall’analisi delle criticità. Si tratta di uno strumento nato con buone intenzioni, ma i risultati dello scorso anno e di quello in corso non sono incoraggianti. È necessario, quindi, combattere l’evasione fiscale attraverso soluzioni diverse ed efficaci”.
Giovanna Florio, presidente dell’Anc di Verona ha ribadito che “le professioni continuano a svolgere un ruolo centrale nel sistema economico. Siamo fortemente impegnati nella gestione delle crisi d’impresa, un ambito che richiede competenze elevate e grande responsabilità. Oggi, grazie al nostro intervento, molte aziende che un tempo sarebbero state destinate a chiudere possono essere recuperate e rilanciate, tutelando così i posti di lavoro e salvaguardando il tessuto produttivo del Paese”.
Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo) ha osservato che “la necessità di innovare la professione, alla luce delle mutate esigenze di imprese e famiglie, è diventata improcrastinabile. A patto che lo si faccia mettendo al centro le esigenze di una categoria sempre più esposta alle criticità economiche, finanziarie e fiscali del Paese”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Occorre restituire piena dignità e riconoscibilità alla figura del commercialista, anche sul piano comunicativo. La professione vive oggi una crisi di vocazioni e non è più attrattiva come un tempo, anche per la scarsa attenzione degli organismi direttivi verso la maggioranza degli iscritti. Da anni, infatti, chi guida la categoria concentra gli sforzi sulla fascia più alta, trascurando la base dei 120 mila professionisti che rappresentano la vera forza dell’Ordine”.
Nella foto da sinistra in senso orario: Alberto Luigi Gusmeroli, Marco Cuchel, Damiano Tommasi e Andrea De Bertoldi