“La pace è disarmata e disarmante. Non è deterrenza, ma fratellanza, non è ultimatum, ma dialogo”. Così ieri nel tardo pomeriggio Papa Leone XIV ha aperto la veglia per la pace in Piazza San Pietro, con l’evidente obiettivo di invitare i fedeli e i potenti del mondo ad avere “l’audacia del disarmo. Da disarmare prima di tutto è il cuore perché se non c’è pace in noi, non daremo pace”. Il Pontefice ha chiesto di “imparare a sostare accanto alle infinite croci del mondo”, ricordando che la pace non nasce da vittorie o imposizioni, ma da gesti di giustizia e perdono. Un appello che risuona come preludio al nuovo incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, previsto martedì 14 ottobre al Quirinale, e che conferma la pace come filo conduttore del magistero di Leone XIV. Sarà infatti la pace il cuore del colloquio tra il Santo Padre e il Capo dello Stato, in programma alle 11 al Colle. L’annuncio, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, conferma la visita ufficiale del Pontefice. L’appuntamento rappresenta un nuovo momento di confronto tra le due più alte cariche morali e istituzionali del Paese, accomunate da una visione centrata sul dialogo, la solidarietà e la dignità umana.
Dopo la prima udienza in Vaticano dello scorso 6 giugno, Leone XIV e Mattarella tornano a incontrarsi per riaffermare un percorso di cooperazione basato su valori condivisi e su una comune responsabilità verso la costruzione della pace. Il Capo dello Stato aveva già preso parte, il 18 maggio, alla Messa di inizio pontificato nella Basilica di San Pietro, dove aveva salutato personalmente il Vescovo di Roma. Pochi giorni prima, l’8 maggio, in occasione dell’elezione di Leone XIV, Mattarella aveva inviato un messaggio di augurio assicurando “l’impegno della Repubblica Italiana a promuovere una visione del mondo fondata sulla pace, sui diritti inviolabili e sulla libertà di ogni persona”.
Una tradizione di dialogo tra Quirinale e Vaticano
Il rapporto tra le istituzioni italiane e la Santa Sede affonda le radici in una lunga storia di cooperazione. L’ultimo Pontefice a recarsi al Colle era stato Francesco, il 10 giugno 2017, in visita al Capo dello Stato, allora nel suo secondo mandato. La prima visita ufficiale di un Papa al Quirinale risale invece al 28 dicembre 1939, quando Pio XII incontrò i sovrani d’Italia, inaugurando una tradizione di “amicizia civile” fra Stato e Chiesa che si è consolidata dopo i Patti Lateranensi. Con Leone XIV, la relazione tra Italia e Santa Sede si carica di un significato particolare. Il Vescovo di Roma ha più volte indicato l’Italia come “terra di mediazione e di incontro”, ponte naturale tra Europa e Mediterraneo, tra Oriente e Occidente. Il nuovo incontro con Mattarella avviene in un momento di intensa attività diplomatica vaticana.
Nella giornata di ieri, Prevost ha ricevuto in Vaticano il Presidente del Guatemala, Bernardo Arévalo de León, per discutere di cooperazione, lotta alla povertà, corruzione e narcotraffico. I colloqui, svoltisi in un clima definito “cordiale e costruttivo”, hanno riaffermato la volontà di rafforzare le relazioni bilaterali e sostenere la stabilità dell’America Latina.
Le parole del Papa ai pellegrini italiani
Poche ore dopo, in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha incontrato migliaia di pellegrini provenienti dalle diocesi della Toscana e delle Marche: “La fede non può chiudersi nella staticità delle abitudini religiose”, ha detto per poi esortare la Chiesa a essere “vicina alle case, alle fabbriche, agli uomini e alle donne che vivono in difficoltà”, sottolineando la necessità di un impegno concreto a favore del mondo del lavoro e dei più fragili. Nel pomeriggio Leone XIV ha poi accolto nel Palazzo Apostolico un gruppo di eremiti italiani riuniti per il Giubileo della Vita Consacrata: “La vostra solitudine orante non vi separa dagli altri, ma vi unisce in una solidarietà più profonda”, ha detto il Pontefice, invitando a riscoprire il valore del silenzio e della preghiera come via di comunione. In un mondo “sempre più distratto e tecnologico”, ha aggiunto, “la pace nasce da cuori pacificati, capaci di ascolto e di compassione”.