I toscani torneranno alle urne domani e lunedì per eleggere il Presidente e il nuovo Consiglio regionale. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 nel primo giorno e dalle 7 alle 15 nel secondo, con lo scrutinio che inizierà nel pomeriggio di lunedì. Si voterà, come nel 2010 e nel 2020, in due giornate, una in più rispetto al 2015. Tre i candidati in corsa per la presidenza: l’uscente Eugenio Giani, sostenuto dal campo largo di Centrosinistra; Alessandro Tomasi, Sindaco di Pistoia, per la coalizione di Centrodestra; Antonella Bundu, esponente di Toscana Rossa, che rappresenta l’area più a sinistra dello schieramento politico.
In tutta la regione saranno attive 3.922 sezioni elettorali, quattordici in meno rispetto alla precedente tornata del 2020. A fine settembre risultavano 3.007.106 cittadini iscritti alle liste elettorali, con quasi ventiduemila elettori in più rispetto a cinque anni fa. Fra loro, oltre 17mila neo diciottenni chiamati a votare per la prima volta e 203.242 residenti all’estero, iscritti all’Aire, pari al 6,75% del totale.
Una sola scheda, due voti e la possibilità del ballottaggio
Presidenti, segretari e scrutatori – in tutto più di 23mila addetti ai seggi – saranno al lavoro fin da sabato per la preparazione dei seggi e l’autenticazione delle schede. L’elezione avverrà con una scheda unica di colore arancione, ma con due voti distinti: uno per il candidato presidente e l’altro per una delle liste a lui collegate, che determineranno la composizione del futuro Consiglio regionale. Come già previsto dal 2010, sarà possibile esprimere un voto disgiunto, scegliendo un presidente e una lista appartenenti a schieramenti diversi.
La Toscana resta l’unica regione italiana a prevedere un eventuale ballottaggio: si terrà due settimane dopo, nel caso in cui nessun candidato raggiunga almeno il 40% dei voti validi. Una soglia inferiore a quella prevista per i Comuni, dove serve la maggioranza assoluta dei votanti.
Il precedente del 2020
Alle ultime elezioni regionali, nel settembre 2020, Eugenio Giani ottenne il 48,62% dei consensi, superando Susanna Ceccardi del centrodestra, ferma al 40,46%. L’affluenza allora fu del 62,6%, in netta risalita rispetto al 2015, quando aveva votato solo il 48,28% degli aventi diritto – il dato più basso nella storia della Regione.