La cultura e la bellezza non sono mai un lusso, sono invece strumenti di dialogo e armonia dando la misura alla verità e coscienza al proprio limite: sono segnali della dignità spirituale dell’uomo che determinano la sua libertà di pensiero, alimentano la sua crescita e affinano la sua onestà intellettuale.
Norberto Bobbio – in una sua intervista – affermava che dare una definizione di democrazia dal punto di vista sostanziale era assai difficile, preferiva quindi una definizione procedurale, pragmatica attraverso la descrizione della sua manifestazione.
Egli asseriva che la democrazia era un metodo per prendere decisioni collettive attraverso due regole fondamentali: tutti i cittadini, direttamente (democrazia ateniese) o indirettamente (democrazia rappresentativa)partecipavano alle scelte che vengono prese attraverso una discussione o dibattito, a maggioranza dei partecipanti.
Proprio nella fase del “dibattito”, necessario alla motivazione a sostegno della scelta, la cultura e la bellezza entrano in gioco come valori morali, per concorrere a formare la decisione a favore della collettività.
Dunque la cultura non può essere un insieme di conoscenze elitarie ma il sottofondo di valori, conoscenze, storia, progresso scientifico posseduto da una civiltà.
Il dibattito – o la più mite “discussione” – deve svolgersi attraverso il dialogo, la tolleranza nell’accettare e rispettare il punto di vista altrui, concorrendo a formare decisioni il più possibile condivise.
La “mitezza” è una forma di educazione morale che rende incline l’uomo ad associarsi, ad accettare la possibilità di contraddittorio come metodo e far comprendere anche il limite del proprio pensiero.
La cultura, la bellezza e l’arte sono quindi un veicolo straordinario di dialogo e confronto tra cittadini di una stessa nazione o tra popoli: la cultura educa al rispetto, la bellezza ispira armonia e la democrazia costituisce la forma politica più adatta allo sviluppo di questa dialettica: una democrazia senza cultura corre il pericolo di degenerare verso forme populistiche o manipolatorie.
La cultura offre libertà interiore e la possibilità di formare un proprio sistema di valori e di regole per distinguere il giusto ed il vero.
La vera bellezza si esprime attraverso la semplicità e l’immediatezza comunicativa che tocca direttamente le corde della sensibilità e dei valori etici fondamentalidell’animo umano.
Non si parla quindi di istruita erudizione – o peggio – saccenteria manipolatoria ma condivisione di valori, stili di vita, formazione della coscienza civica dei cittadini.
De Gasperi, fondatore del nostro giornale – nato allo scopo di far “discutere” democraticamente fra orientamenti e idee diverse in seno alla tramontata “Democrazia Cristiana”- affermava che la democrazia doveva reggersi su uomini e donne culturalmente ed eticamente formati, per saper gestire al meglio la libertà messa a disposizione dalla democrazia. Egli affermava che “la libertà non si improvvisa, si educa” attraverso un impegno civico e morale continuo. Diceva inoltre che “un popolo che non sa custodire la sua bellezza è un popolo che dimentica se stesso”, intendendo la cura della bellezza come patrimonio della propria identità e responsabilità nel preservarla.
Il copioso patrimonio culturale italiano, nato grazie alla “genetica” diversità geografica, naturale e spirituale del nostro popolo – aggiungiamo la Chiesa cattolica che ha dato un contributo magnifico allo sviluppo delle arti e del pensiero – appartiene a tutti gli Italiani; ad esso possiamo ispirarci ed attingere in piena libertà per formare i nostri convincimenti e le nostre coscienze.
La cultura non deve essere mai elitaria ma diffondersi in tutta la società attraverso una comunicazione fruibile quale “cortesia dell’intelligenza”: la semplicità appartiene alla bellezza ed all’ingegno geniale.
Questi beni immateriali, essendo ricchezza a disposizione di tutti, non si debbono prestare a strumentalizzazioni attraverso etichette o presunzioni di esclusività, ma utilizzati a favore dei cittadini per produrre ricchezza, attraverso l’attrazione turistica, educazione al dialogo empatico e costruttivo nella dinamica democratica e quale ponte di collegamento per l’accettazione ragionata e tollerante di idee diverse.
Attraverso il confronto paritario ed onesto, l’empatica condivisione dei nostri valori identitari, il nostro patrimonio potrà continuare ad accrescersi e determinare pacificamente il nostro progresso.