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ROMA – Il 2025 ha scritto una nuova, storica pagina per l’oro. Il metallo giallo ha infranto ogni record, superando per la prima volta la soglia psicologica dei 4.000 dollari l’oncia, un traguardo che equivale a oltre 110 euro al grammo. Un’ascesa impressionante, con un +50% dall’inizio dell’anno, che conferma il suo ruolo di baluardo sicuro in un mondo scosso da instabilità geopolitiche, mercati turbolenti e politiche monetarie in continua evoluzione.
Ma cosa spinge questo rally? Non è un solo fattore, ma un mix potente: scelte strategiche delle famiglie, che preferiscono conservare i propri preziosi piuttosto che venderli, e condizioni macroeconomiche perfette. Chi ha resistito alla tentazione di vendere è stato ampiamente premiato, vedendo il proprio patrimonio crescere in modo significativo. A questo si aggiungono il calo dei tassi reali, che rende meno costoso detenere oro, e un dollaro più debole che alimenta la domanda globale.
L’analisi di Affide, società finanziaria specializzata nel credito su pegno, getta luce su un mercato in piena ebollizione. “In parallelo, la volatilità dei mercati obbligazionari e i massicci acquisti di oro fisico da parte dei paesi emergenti hanno spinto gli investitori a cercare rifugi sicuri”, si legge. “L’interesse è alimentato anche da un riequilibrio dei portafogli di fondi pensione e investitori istituzionali, che riconfermano il suo ruolo strutturale di riserva di valore”. Gli acquisti record delle banche centrali e nuovi afflussi negli ETF hanno dato benzina alla corsa. E c’è una componente psicologica: la ricerca di beni tangibili e stabili, in un’epoca di attacchi informatici e sfiducia verso le protezioni tradizionali.
Questo boom sta cambiando la percezione di ciò che abbiamo in casa. Gioielli e orologi, spesso dimenticati nei cassetti, stanno vivendo una significativa rivalutazione. Un Rapporto di Affide con BVA Doxa rivela che gli italiani possiedono in media sette preziosi, ma due su tre ne utilizzano meno di cinque all’anno. Solo uno su cinque sa stimarne con precisione il valore: un tesoro nascosto e spesso sottovalutato.
Proprio per rispondere a questa nuova realtà, da lunedì 13 ottobre Affide alza per la prima volta la valutazione per i prestiti su oro a 65 euro al grammo, un deciso aumento rispetto ai 44 euro precedenti. “Vogliamo premiare chi ha creduto nell’oro con valutazioni record”, si spiega, “offrendo stime gratuite e massima trasparenza per supportare le famiglie”.
“La valutazione professionale dei preziosi, affidata a gemmologi e periti, è il cuore del credito su pegno”, ricorda l’azienda. Questa forma di finanziamento, regolamentata e vigilata da Banca d’Italia, permette di ottenere liquidità immediata lasciando il bene in custodia come garanzia, con un tasso di riscatto che sfiora il 95%.
“Il record del prezzo dell’oro evidenzia la solidità di un mercato che rimane un punto di riferimento per tutelare il valore reale e diversificare il patrimonio, in ogni fase del ciclo economico”, dichiara Andrea Rotunno, Chief Commercial Officer di Affide. “Con l’incremento del valore, valutiamo i preziosi fino a 65 euro al grammo, allineandoci in modo trasparente al mercato. La stima professionale e il credito su pegno sono strumenti affidabili che garantiscono un accesso democratico, immediato e sicuro alla liquidità, preservando la proprietà del bene”.
– foto ufficio stampa Affide –
– news in collaborazione con Affide –.
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