In un momento storico per la Chiesa anglicana, Sarah Mullally è stata nominata arcivescova di Canterbury, diventando la prima donna a ricoprire il ruolo di primate della Chiesa d’Inghilterra in oltre 1.400 anni di storia. La sua nomina, approvata da re Carlo III e sostenuta dal primo ministro Keir Starmer, segna una svolta epocale per un’istituzione che da tempo cerca di conciliare tradizione e modernità. Mullally, 63 anni, ha alle spalle una carriera singolare: prima di entrare nel ministero cristiano, ha lavorato come infermiera, arrivando a ricoprire il ruolo di Chief Nursing Officer per l’Inghilterra. Ordinata nel 2001, è stata vescova di Londra dal 2018, prima donna a guidare una delle diocesi più importanti del Paese. Nel suo primo discorso alla cattedrale di Canterbury, ha dichiarato: “Intendo essere un pastore per tutti”, sottolineando l’importanza dell’inclusione e della trasparenza, soprattutto alla luce degli scandali che hanno colpito la Chiesa negli ultimi anni. Ha anche condannato apertamente razzismo e odio, riferendosi all’attacco a una sinagoga a Manchester, e ha ribadito l’urgenza di affrontare gli abusi con coraggio e responsabilità. La sua nomina arriva in un contesto delicato: la Chiesa anglicana è chiamata a rinnovarsi in una società sempre più laica e divisa tra correnti conservatrici e progressiste. Mullally dovrà affrontare sfide complesse, tra cui la gestione delle tensioni interne e il recupero della fiducia pubblica. Il suo predecessore, Justin Welby, si era dimesso nel 2024 dopo essere stato coinvolto in un caso di insabbiamento di abusi sessuali. La nuova arcivescova guiderà una comunità di oltre 85 milioni di fedeli in 165 Paesi, con il compito di rappresentare una Chiesa globale e sempre più eterogenea. “So che si tratta di un’enorme responsabilità, ma la affronto con un senso di pace e fiducia in Dio”, ha detto Mullally, promettendo di essere una voce di speranza e guarigione.
