Ieri Mosca e Kiev hanno effettuato uno scambio di 185 prigionieri per parte, mentre a Copenaghen oltre 40 Paesi della Comunità Politica Europea hanno discusso difesa, Ucraina e minacce ibride. Sul tavolo: interoperabilità con la NATO, un “muro dei droni” ai confini orientali, nuovi strumenti contro la flotta ombra di Mosca e passi avanti sull’adesione di Kiev all’UE. Il ministero della Difesa russo ha annunciato lo scambio 185 per 185, frutto degli accordi raggiunti a luglio a Istanbul. I rimpatriati russi, militari e alcuni civili, sono stati trasferiti in Bielorussia per assistenza medica e psicologica. Sul campo, Kiev segnala 158 scontri nelle ultime 24 ore e massicci attacchi aerei e con droni; Mosca riferisce di aver intercettato 85 UAV nella notte in più regioni. Intanto Volodymyr Zelensky denuncia la “minaccia globale” rappresentata dalla Russia: blackout a Zaporizhzhia all’ottavo giorno e interruzioni di alimentazione alla struttura di contenimento di Chernobyl vengono additati come prova della vulnerabilità nucleare in tempo di guerra.Intanto una delegazione del ministero della Difesa siriano è arrivata a Mosca per “rafforzare il coordinamento”, sullo sfondo di crescenti pressioni per l’estradizione dell’ex presidente Bashar al Assad e in vista di un vertice con il leader dell’opposizione Ahmed al-Sharaa: dossier che intreccia lo spazio strategico russo dal Baltico al Levante.
Ue: muro di droni e flotta ombra
Nella conferenza stampa post-Consiglio UE informale, Ursula von der Leyen ha scandito la priorità dell’interoperabilità delle forze europee “in stretta collaborazione con la NATO”, una roadmap al 2030 con obiettivi misurabili e “coalizioni di capacità” guidate da singole nazioni. Punto chiave l’Eastern Flank Watch: un “muro dei droni” per detection, intercettazione e neutralizzazione delle minacce, insieme all’Ucraina e coordinato con l’Alleanza. Zelensky rilancia: “I nostri istruttori sono già in Danimarca: costruiamo un muro contro i droni per proteggere tutta l’Europa”. Per Emmanuel Macron, la flotta ombra che consente a Mosca di aggirare sanzioni energetiche finanzia “dal 30 al 40%” dello sforzo bellico: servono controlli più efficaci. Dal Cremlino, Dmitry Peskov attacca l’UE sull’uso dei profitti degli asset russi congelati: “Si comportano come una gang; ogni azione avrà risposta”. Parallelamente la premier danese Mette Frederiksen richiama la memoria storica dei carri sovietici in Europa e avverte: “Non ci sono segnali che il fervore imperiale di Putin si fermi: l’obiettivo è l’Europa”. In parallelo, Antonio Costa e von der Leyen insistono sul binario NATO-UE per rendere scalabili e rapide le capacità comuni.
L’asse europeo
La Comunità Politica Europea riunita al Bella Center mette al centro sicurezza, resilienza economica, minacce ibride e migrazioni. Atteso l’avvio di una coalizione europea contro i narcotraffici, lanciata da Francia e Italia e co-presieduta da Macron e Giorgia Meloni, con focus sui porti e sulle reti criminali. Sul capitolo allargamento, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa certifica che Kiev ha rispettato le riforme legate al processo di adesione: “Ora tocca all’UE mantenere gli impegni”. Zelensky chiede di aprire il cluster 1 dopo il completamento dello screening. Tono positivo da Ulf Kristersson (Svezia), pur con il noto scetticismo giuridico del Belgio sugli asset russi e il freno politico dell’Ungheria. Da Viktor Orbán arriva lo strappo: a Bruxelles “vogliono andare in guerra”, e “useranno trucchi legali” per accelerare l’adesione ucraina: Budapest dirà no. Per Donald Tusk (Polonia) “siamo già in guerra”, una guerra nuova fatta di droni, violazioni dello spazio aereo e strumentalizzazione dei migranti.
Usa e missili a lungo raggio
Secondo il Wall Street Journal, Donald Trump ha autorizzato una maggiore condivisione di intelligence con Kiev per colpire in profondità infrastrutture energetiche in Russia; Washington starebbe sondando gli alleati NATO per un supporto analogo. Valutazioni in corso — nessuna decisione finale — su possibili forniture a Kiev di Tomahawk, Barracuda e altri sistemi con gittata ~800 km: segnale di un sostegno che si rafforza, mentre i colloqui di pace restano in stallo.