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Luigi Cantamessa Fondazione FS Italiane

Cantamessa: “La memoria ferroviaria è viva e l’Italia può guidare il turismo su rotaia”

Il Direttore della Fondazione FS parla dell’Open Day del deposito storico di Milano: tra locomotive leggendarie, restauri in anteprima e progetti per nuove linee turistiche “stiamo costruendo un modello riconosciuto in tutta Europa”
venerdì, 3 Ottobre 2025
6 minuti di lettura

Un tuffo nella storia ferroviaria italiana. La Fondazione FS Italiane, in collaborazione con FS Treni Turistici Italiani e DUEGI Editrice, con il contributo del Dopolavoro Ferroviario Nazionale e delle associazioni convenzionate del territorio, ha aperto ieri al pubblico le porte del Deposito Officina Rotabili Storici (DORS) di Viale Monza 113 a Milano. L’evento, atteso ogni anno da appassionati, famiglie e curiosi, si terrà fino al 5 ottobre e offrirà ai visitatori un’esperienza immersiva nei luoghi dove, ieri come oggi, prende vita la manutenzione dei treni storici e turistici italiani.

Il DORS custodisce un tesoro ferroviario di inestimabile valore: locomotive, automotrici e vetture storiche che hanno accompagnato oltre un secolo di evoluzione del trasporto su rotaia in Italia. Un patrimonio che la Fondazione FS valorizza quotidianamente con interventi di restauro, manutenzione e attività divulgative, in sinergia con FS Treni Turistici Italiani.

L’edizione 2025 dell’apertura straordinaria promette numerose sorprese. In anteprima assoluta, sarà possibile salire a bordo delle ALe601, automotrici elettriche appena restaurate e pronte a mostrare il loro splendore originario.

Altro momento clou sarà il ritorno in movimento delle leggendarie ‘Varesine’, convogli che hanno segnato la storia della mobilità lombarda e nazionale.

Non mancheranno inoltre le locomotive a vapore, accese e visitabili per tutta la durata della manifestazione, insieme a una preziosa esposizione di locomotive elettriche d’anteguerra e all’ammiratissimo treno Presidenziale, simbolo di eleganza e prestigio.

Parola al Direttore Generale Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa

Direttore, l’Open Day al Deposito Rotabili Storici di Milano Centrale è uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati. Quali novità caratterizzano l’edizione 2025?

Direi per gli appassionati d’Italia e non solo. Nell’edizione precedente, nel 2024, degli oltre 30mila visitatori registrati, tanti provenivano dalla vicina Svizzera, ma anche da Austria, Francia e Germania. Quest’anno presenteremo in anteprima assoluta il restauro di un complesso di elettromotrici ALe601, una leggenda dell’Italia ferroviaria degli anni’60, vere progenitrici dell’AltàVelocità, finalmente pronte a ritornare sui binari italiani al servizio del turismo. Presenteremo anche l’ultima novità editoriale della nostra Casa Editrice, la DUEGI, una bella monografia dedicata proprio al ritorno delle ALe601. Sul piazzale esterno sarà possibile ammirare una moltitudine di rotabili che hanno fatto la storia delle ferrovie italiane, dalle locomotive a vapore accese e fumanti per la gioia dei più piccoli, alle mitiche ‘Varesine’ che si esibiranno in brevi movimenti. Non mancheranno, infine, l’Arlecchino, alcune vetture del treno Presidenziale e le monumentali locomotive elettriche d’anteguerra”.

L’evento prevede anche attività per le scuole e le famiglie. Quanto è importante coinvolgere le nuove generazioni nella scoperta della memoria ferroviaria?

“È fondamentale attrarre le nuove generazioni e farle appassionare al mondo della ferrovia. La Fondazione FS è stata creata da un manipolo di appassionati, legati alla storia e alla cultura ferroviaria sin da giovane età. Solo la passione e l’amore per il treno hanno potuto infonderci quella forza necessaria per creare una grande eccellenza riconosciuta a livello internazionale, i cui risultati dopo 12 anni di attività, sono sotto gli occhi di tutti e riconosciuti oltre che dal Gruppo FS anche dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Turismo che sono aderenti istituzionali della Fondazione FS”.

Dal 2013 guida la Fondazione FS Italiane: quali risultati ritiene più significativi raggiunti in questi 12 anni di attività?

“Indubbiamente l’aver salvato dalla dismissione definitiva 13 antiche linee ferroviarie che, dal nord al sud, ricamano l’entroterra della provincia italiana, collegando i grandi centrituristici ai borghi più belli. Oggi su quei binari recuperati, oltre ai treni storici e turistici, circolano anche treni di lusso come l’Orient Express – La Dolce Vita, a testimonianza della bontà del nostro operato e degli sforzi sostenuti per salvare queste linee: i turisti del futuro, specie quelli appartenenti alla fascia alto-spendente, cercano la bellezza autentica che è possibile riscoprire nel cuore dimenticato della nostra Italia. Ed ancora: il recupero ed il rilancio del grande museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, restaurato dalla Fondazione FS ed oggi considerato tra i migliori in Europa, ed il progetto di valorizzazione del Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio che inaugureremo nel settembre del 2026”.

Con il progetto ‘Binari senza tempo’ sono stati recuperati circa 1.000 km di linee storiche: qual è la prossima tratta che sogna di riportare in vita?

“Grazie ai fondi del PNRR/PNC abbiamo avviato i lavori per il recupero di altre due linee ferroviarie, entrambe in Sicilia. La Noto – Pachino, dismessa da 40 anni addietro perché, erroneamente, annoverata tra i cosiddetti rami secchi, e la Alcantara – Randazzo, chiusa dal 1996 per le medesime motivazioni. Si tratta di due tratte spettacolari, la prima si dirama dalla stazione di Noto, nel cuore del Barocco siciliano e percorrendo poco più di 27 km tra paesaggi mozzafiato giunge a Marzamemi e quindi a Pachino, alle estreme propaggini della costa sud orientale della trinacria. L’Alcantara – Randazzo, invece, attraversa le celebri gole, meta di centinaia di migliaia di turisti ogni anno. Due ferrovie che attraversano altrettante zone ad alta valenza paesaggistica, difficilmente raggiungibili a causa dell’assenza di collegamenti e che, grazie alla riattivazione del servizio ferroviario, otterranno enormi benefici economici per tutto il territorio e quindi per le popolazioni che vi risiedono”.

Il Museo ferroviario di Pietrarsa è oggi un polo culturale riconosciuto a livello internazionale: come immagina la sua evoluzione nei prossimi anni?

Anche gli inglesi, ovvero gli inventori della ferrovia e veri pionieri del turismo ferroviario, considerano il Museo di Pietrarsauna autentica perla e un esempio da esportare in tutto il mondo. E di questo non possiamo che esserne orgogliosi. Stiamo lavorando per migliorare ulteriormente l’accessibilità al sito museale e rendere l’esperienza di visita ancora più immersiva. E per rendere il museo sempre più vivo abbinando alla fruizione della collezione interessanti eventi culturali per attrarre nuovi flussi turistici”.

Da Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani, qual è la strategia per trasformare i treni storici in un vero prodotto turistico nazionale e internazionale?

Dal mio punto di vista è essenziale tornare a valorizzare i treni a lunga percorrenza. Con livelli di servizio adeguati, il ripristino di un servizio ristorante di qualità e orientato al made in Italy, carrozze letti comode e dotate di tutti i comfort, vetture per il trasporto bagagli ingombranti, è possibile riportare il treno su tratte strategiche, decongestionare l’Alta Velocità ed essere veramente concorrenziali agli altri vettori. Con l’Espresso Riviera che l’estate scorsa ha collegato Roma a Marsiglia, facendo registrare il tutto esaurito a bordo di tutte le circolazioni in programma, abbiamo dimostrato che questa formula non solo è sostenibile ma anche e soprattutto vincente”.

Il turismo ferroviario si lega sempre più al concetto di sostenibilità: in che modo la Fondazione FS contribuisce a un modello di viaggio rispettoso dell’ambiente e dei territori?

Il treno rappresenta il mezzo di trasporto ecologico per eccellenza. Pensiamo, ad esempio, a un servizio a lunga percorrenza come quello tra Milano e il Salento o tra Roma e Monaco di Baviera: è possibile trasportare fino a 350 passeggeri in un solo viaggio, con un impatto ambientale notevolmente inferiore rispetto all’utilizzo dell’automobile, grazie a una significativa riduzione delle emissioni di CO2. Il Gruppo FS è protagonista della transizione ecologica e digitale della mobilità italiana, in piena sintonia con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e sostenibilità. Questa è la sfida fondamentale per il futuro delle prossime generazioni ed è questa la strada che stiamo tracciando”.

Lei è ingegnere e ha conseguito abilitazioni ferroviarie che pochi dirigenti possiedono, inclusa la conduzione di locomotive a vapore. Quanto questa esperienza tecnica influisce sul suo approccio manageriale?

Io ritengo che un manager per fare bene il suo lavoro debba conoscere il proprio perimetro operativo a tutti i livelli. Anche lavorando fianco a fianco con il fuochista di una locomotiva a vapore, o andando direttamente in piena linea a bordo di un carrello ferroviario per seguire da vicino i lavori all’infrastruttura. È sempre stato il mio modus operandi ed è quello che cerco oggi di trasmettere ai miei collaboratori più giovani”.

Se dovesse scegliere un rotabile simbolo del suo percorso alla guida della Fondazione, quale sarebbe e perché?

Sarebbe davvero difficile indicarne uno: in questi anni abbiamo salvaguardato e recuperato decine e decine di rotabili che hanno fatto la storia delle nostre ferrovie, tra cui il mitico ETR302 il Settebello, o la sua versione ridotta, l’ETR252 l’Arlecchino, icone di una Italia che tornava a correre, modello di stile ed eleganza a livello planetario. Più recentemente abbiamo effettuato una corsa prova sulla linea Palazzolo – Paratico, breve ferrovia turistica di appena 10 km che arriva fino alle sponde del Lago d’Iseo, per testare le nuove vetture panoramiche. Si tratta di vecchi carri pianali completamente riqualificati e riconvertiti in carrozze turistiche completamente aperte per poter godere appieno della bellezza del territorio attraversato. Si tratta di un modello che abbiamo mutuato dalla vicina Svizzera, in particolare dalla Ferrovia Retica, ovvero la patria del turismo ferroviario internazionale. Ebbene, finalmente siamo pronti anche in Italia per introdurre questo sistema che rappresenta un salto di qualità decisivo nella nostra offerta. E poi su quella ferrovia ho mosso i primi prassi: è li che è nata e cresciuta la mia passione”.

Info: https://www.fondazionefs.it/it/notizie-aggiornamenti/2025/7/17/dal-2-al-5-ottobre–open-day-al-deposito-rotabili-storici-di-mil.html

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