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Flotilla intercettata da Israele, abbordaggio e arresti. Scattano le proteste in Italia

Italia e Grecia chiedono di garantire sicurezza.
giovedì, 2 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

È finito con un abbordaggio militare israeliano il viaggio della Global Sumud Flotilla, la spedizione civile che voleva portare aiuti a Gaza rompendo il blocco navale. Alle 20.25 di ieri (19.25 ora italiana) le imbarcazioni hanno ricevuto l’“alt”: «State entrando in una zona di guerra attiva. Bloccheremo e confischeremo le vostre imbarcazioni». Poco dopo i militari israeliani sono saliti a bordo della nave madre Alma e della Sirius, isolandole con droni e motovedette. Tutti gli attivisti sono stati fermati e dirottati verso Ashdod, dove – secondo le autorità – gli aiuti saranno scaricati e trasferiti a Gaza, mentre i passeggeri verranno arrestati ed espulsi. Le navi saranno confiscate. Gli attivisti hanno parlato di «nuovo crimine di guerra», ricordando le misure della Corte internazionale di giustizia che vietano di ostacolare gli aiuti umanitari e l’ordine di cattura della Corte penale internazionale contro Netanyahu per l’uso della fame come arma. Greta Thunberg, a bordo della Alma, ha denunciato «palese violazione del diritto umanitario».Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato al Tg1 che «gli italiani saranno portati ad Ashdod e poi espulsi», sottolineando che «non ci saranno azioni violente» e che gli attivisti hanno scelto un «atteggiamento gandhiano». Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito: «L’importante è che tutto avvenga senza rischi». Ma in Italia monta la protesta. L’Usb ha proclamato per il 3 ottobre uno sciopero generale: «È il momento di bloccare tutto». La Cgil di Maurizio Landini ha annunciato che potrebbe unirsi. La premier Giorgia Meloni ha accusato gli equipaggi di “forzare il blocco” più che perseguire fini umanitari: «Forse le sofferenze palestinesi non erano la priorità». Dura la replica dalla Flotilla: «Siamo nella legalità, l’assedio no». Il vicepremier Matteo Salvini ha invitato gli attivisti a fermarsi: «Se pur di far battaglia politica rischiano un’altra guerra, è qualcosa di folle e inaccettabile».

Mobilitazioni nel Paese

Intanto le piazze si riempiono. A Roma gli studenti della Sapienza hanno prolungato l’occupazione fino al 4 ottobre, quando è previsto un corteo nazionale. Occupazioni anche a Padova e Napoli. Nella notte veglie e dirette social del Global Movement to Gaza hanno seguito gli ultimi contatti con le navi. Oggi il flash mob “Luci sulla Palestina: 100 ospedali per Gaza” illuminerà gli ingressi ospedalieri in tutta Italia per ricordare i medici palestinesi uccisi e chiedere cessate il fuoco e stop agli accordi militari con Israele.

Le reazioni internazionali

Italia e Grecia hanno chiesto a Israele di garantire la sicurezza degli attivisti e di consegnare gli aiuti tramite canali sicuri. La Farnesina, dopo un colloquio tra Tajani e il turco Hakan Fidan, ha ribadito la priorità di «evitare escalation» e sostenere il piano di pace presentato da Trump. Da Gerusalemme il ministro Gideon Sa’ar ha insistito: «Non è troppo tardi per fermarvi. Consegnate gli aiuti attraverso Cipro o Ashkelon». Da Madrid, il premier Pedro Sánchez ha definito la Flotilla «una missione umanitaria che non rappresenta minaccia». Il governo spagnolo ha però raccomandato di non oltrepassare la zona di esclusione, pur mantenendo la nave militare Furor pronta per eventuali soccorsi. Il deputato Pd Arturo Scotto, imbarcato sulla Flotilla, ha parlato di «missione senza precedenti, a 90 miglia da Gaza», annunciando che gli attivisti avrebbero seguito la «resistenza passiva». La delegazione italiana ha denunciato «sensazione di abbandono» dopo il messaggio della fregata Alpino che invitava al ritiro; Crosetto ha però garantito che la Marina «interverrà in caso di pericolo».

Il piano Trump e la prospettiva diplomatica

Il destino della Flotilla si intreccia con la partita diplomatica sul piano di pace di Trump. Downing Street ha riferito di un colloquio tra il premier britannico Keir Starmer e il principe ereditario del Kuwait per attuarlo. Secondo fonti saudite, Hamas avrebbe chiesto modifiche su disarmo ed esilio dei quadri, mentre i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia spingono per l’accettazione. Da Copenaghen, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha accolto con favore la proposta: «Mantiene viva la soluzione a due Stati».

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