Sono 301 i pedoni morti in Italia dall’inizio del 2025, secondo l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Osservatorio Pedoni Asaps – Sapidata, che registra in tempo reale tutti gli incidenti mortali che coinvolgono gli utenti più fragili della strada. A titolo di confronto, nel 2024 erano stati 470 i decessi complessivi, secondo i dati ufficiali Istat diffusi a luglio. Tra le vittime del 2025 ci sono 178 uomini e 123 donne, e ben 148 avevano più di 65 anni, quasi la metà del totale. L’anno era iniziato con 43 decessi a gennaio, seguiti da 31 a febbraio e 32 a marzo. Ad aprile il dato è sceso a 19 (contro i 24 dello stesso mese nel 2024), mentre maggio ha registrato 22 morti (in netto calo rispetto ai 36 dell’anno precedente). A giugno le vittime sono state 31, mentre luglio e agosto hanno contato rispettivamente 35 decessi ciascuno. Il mese peggiore è stato settembre, con 53 morti, superando ampiamente il record dello stesso mese del 2024, quando furono 37. Complessivamente nei primi otto mesi del 2025 si erano contati 248 decessi, un calo dell’8,8% rispetto ai 272 dello stesso periodo del 2024, ma il dato di settembre ha già annullato questa tendenza positiva.
Le regioni più colpite
Il Lazio è la regione con il maggior numero di vittime: 46 decessi nei primi nove mesi, di cui 24 a Roma. A seguire la Lombardia con 45, l’Emilia-Romagna con 29, la Sicilia con 26 e la Campania e il Piemonte con 18 ciascuna. Completano la classifica: Veneto 17, Liguria e Toscana 16, Puglia 13, Calabria 12, Friuli Venezia Giulia e Sardegna 10, Marche, Umbria e Abruzzo 6, Basilicata e Provincia di Trento 2, Provincia di Bolzano e Valle d’Aosta 1, mentre il Molise non registra decessi. Dal 1° gennaio 128 pedoni sono morti sulle strisce. Negli ultimi sette giorni sono stati registrati 11 nuovi decessi e un caso di pirateria stradale mortale: un uomo è stato investito e ucciso sull’A4 a Novara da un autocarro, il cui conducente è poi fuggito. In totale, dall’inizio dell’anno, i casi di pirateria sono stati 20. Quanto alle forze dell’ordine intervenute in questi episodi, in quattro casi è stata la Polizia Locale, in sei l’Arma dei Carabinieri e in uno la Polizia Stradale.
Un bilancio sottostimato
Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) sottolinea che il report non tiene conto dei pedoni feriti gravemente che muoiono in ospedale anche a distanza di settimane o mesi: l’Istat, infatti, considera solo i decessi avvenuti entro 30 giorni dall’incidente. Inoltre, alcune vittime sono state investite mentre camminavano sui marciapiedi, segno di una pericolosità diffusa anche nelle aree urbane teoricamente protette. La mappa interattiva disponibile sul sito asaps.it è ormai diventata un punto di riferimento per mass media, amministratori locali, operatori della sicurezza stradale e semplici cittadini. L’obiettivo dell’osservatorio è monitorare in modo trasparente e continuo il fenomeno, sensibilizzando l’opinione pubblica e le istituzioni su una delle emergenze più gravi della mobilità italiana.