Un teschio sorridente con un cappello di paglia sventola oggi non solo sulle navi immaginarie del manga One Piece, ma anche nelle piazze reali di Giacarta, Kathmandu e Manila. Il Jolly Roger della ciurma di Monkey D. Luffy è diventato, in pochi mesi, il vessillo della Generazione Z asiatica, che lo ha adottato come simbolo di ribellione contro corruzione, censura e autoritarismo. Tutto è iniziato in Indonesia, dove il presidente Prabowo Subianto aveva invitato i cittadini a esporre la bandiera nazionale per celebrare l’indipendenza. In risposta, migliaia di giovani hanno issato accanto ad essa la bandiera di One Piece, trasformando un gesto patriottico in una dichiarazione di dissenso. Le proteste contro i privilegi parlamentari e i tagli ai servizi pubblici hanno trovato nel manga di Eiichirō Oda un linguaggio condiviso: quello della libertà contro il potere. A settembre, in Nepal, il simbolo è riapparso durante le manifestazioni contro il blocco dei social media e la censura governativa. La bandiera è stata vista sventolare davanti al parlamento in fiamme, mentre i giovani gridavano slogan ispirati al manga: “La volontà dei giovani porterà una nuova tempesta”. Le dimissioni del premier K.P. Sharma Oli hanno segnato un punto di svolta, ma anche l’inizio di una nuova stagione di mobilitazione. Nelle Filippine, il Jolly Roger è diventato il volto delle proteste studentesche contro la corruzione nei fondi per la prevenzione delle alluvioni. Sui social, la campagna parallela ha preso di mira i figli dei politici, trasformando la bandiera pirata in un meme virale e in uno strumento di pressione. La forza del simbolo sta nella sua ambiguità: non è legato a partiti né ideologie, ma incarna l’idea di una libertà conquistata con coraggio e solidarietà. Come Luffy e la sua ciurma, i giovani asiatici si sentono parte di una battaglia contro un “Governo Mondiale” che non li rappresenta. E in un mondo dove le parole spesso falliscono, un cappello di paglia può dire tutto.
