Tensione crescente nel Mediterraneo orientale. La Global Flotilla per Gaza, coalizione internazionale di attivisti e operatori umanitari diretti verso la Striscia, ha denunciato un nuovo attacco avvenuto martedì notte al largo di Creta. Secondo quanto riferito dai coordinatori della missione, almeno 15 droni non identificati sarebbero stati avvistati in prossimità delle imbarcazioni, seguiti da 13 esplosioni udite tra le 22:00 e le 23:30 ora locale. Le navi della Flotilla, partite da diversi porti europei con l’obiettivo di consegnare aiuti medici e alimentari alla popolazione di Gaza, si trovavano in acque internazionali al momento dell’incidente. “È stato un attacco intimidatorio, mirato a fermare la nostra rotta pacifica”, ha dichiarato la portavoce norvegese Ingrid Halvorsen, aggiungendo che nessuno dei membri dell’equipaggio è rimasto ferito, ma che diverse imbarcazioni hanno subito danni alle antenne e ai sistemi di comunicazione. Non è ancora chiaro chi abbia condotto l’operazione. Le autorità greche hanno confermato di aver rilevato attività anomala nello spazio aereo sopra Creta, ma non hanno rilasciato commenti ufficiali. Israele, spesso accusato di ostacolare iniziative simili, non ha finora rivendicato alcuna responsabilità. Il governo di Tel Aviv ha però ribadito che “qualsiasi tentativo di violare il blocco navale sarà considerato una provocazione”. La Global Flotilla, composta da attivisti provenienti da 22 Paesi, ha annunciato l’intenzione di proseguire la missione, nonostante le pressioni. “Non ci fermeremo. Gaza ha bisogno di aiuti, non di minacce”, ha dichiarato Halvorsen. L’episodio riaccende il dibattito sulla libertà di navigazione, sul ruolo delle missioni civili in zone di conflitto e sulla crescente militarizzazione del Mediterraneo. Mentre le navi riprendono la rotta, il mondo osserva con attenzione.
