Dopo l’esclusione dall’Eurovision Song Contest, la Russia ha inaugurato “Intervision”, un concorso musicale internazionale pensato come risposta geopolitica e culturale al celebre festival europeo. L’evento, ospitato a Sochi dal 18 al 22 settembre, ha visto la partecipazione di 27 Paesi, tra cui Cina, Iran, Serbia, Bielorussia e Venezuela, con l’obiettivo dichiarato di “promuovere la diversità musicale al di fuori dell’egemonia occidentale”. Il ministro della Cultura Olga Lyubimova ha definito Intervision “una piattaforma per artisti liberi da condizionamenti ideologici”, sottolineando come il festival intenda valorizzare le tradizioni musicali locali e offrire spazio a generi spesso ignorati dai circuiti mainstream. “Non è solo musica, è diplomazia culturale,” ha dichiarato Lyubimova durante la cerimonia di apertura. Il format ricorda quello dell’Eurovision, con esibizioni dal vivo, votazioni incrociate tra giurie nazionali e un sistema di televoto. Tuttavia, sono assenti i riferimenti espliciti all’inclusività e alla neutralità politica che caratterizzano il contest europeo. Tra i concorrenti più applauditi: il gruppo folk uzbeko “Samarkand Echo”, la cantante iraniana Mahsa Ramin e il duo venezuelano “Sol y Tierra”, che ha proposto un brano in difesa della sovranità latinoamericana. La Russia ha investito oltre 30 milioni di dollari nell’organizzazione dell’evento, trasmesso in diretta su RT e su piattaforme digitali statali. Il vincitore riceverà un premio in denaro e la possibilità di incidere un album con l’etichetta Melodiya, storica casa discografica sovietica rilanciata per l’occasione. L’Unione Europea ha criticato l’iniziativa, definendola “strumento di propaganda culturale”, mentre Mosca ribatte che “la musica non ha confini, ma ha radici”. Intervision, tra note e nazionalismi, si candida a diventare il palco alternativo di un mondo che cambia spartito.
