Narcos correva libero in un parco cittadino, senza guinzaglio né museruola, quando la sua vita si è spezzata nel modo più tragico. La sua morte ha commosso l’opinione pubblica e ferito anche chi, come gli agenti della Polizia, quotidianamente si trova a dover prendere decisioni difficili in una frazione di secondo.

Il Sindacato Autonomi di Polizia, per voce del Dirigente Nazionale Fulvio Costone, esprime profondo dolore per la perdita di Narcos. “La sua fine ci addolora sinceramente – dichiara – perché sappiamo cosa significa amare un cane, considerarlo parte della famiglia, compagno di vita e di affetto autentico“.
Ma il dolore non può oscurare la verità dei fatti: durante un’operazione antidroga, il pitbull di grossa taglia è stato aizzato contro gli agenti. Nonostante i richiami urlati alla coppia affinché lo fermasse, l’animale si
è lanciato con aggressività verso un poliziotto, costringendolo, dopo aver tentato invano di ripararsi, a difendersi esplodendo un unico colpo.
Gli agenti hanno immediatamente chiesto l’intervento dei veterinari, ma ogni soccorso è risultato inutile.
Gli accertamenti successivi hanno rivelato che Narcos non aveva microchip ed era stato introdotto nel parco in violazione delle norme. La proprietaria sarà deferita all’Autorità competente, mentre l’uomo che l’accompagnava è stato sanzionato per detenzione di stupefacenti.
“Non si può trasformare un servitore dello Stato in un capro espiatorio, prosegue Costone, quando la vera tragedia è che Narcos sia stato lasciato senza la protezione e le cure che meritava. Se oggi piangiamo la sua morte, la responsabilità è di chi non lo ha custodito, non di chi ha agito per salvare vite umane“.
Il Sindacato Autonomi di Polizia ribadisce che la Polizia di Stato è da sempre in prima linea anche per la tutela degli animali, salvandone migliaia ogni anno, e che gli uomini e le donne in divisa operano con
senso del dovere, equilibrio e profondo rispetto per la vita in tutte le sue forme.