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Benjamin Netanyahu

Cisgiordania, Netanyahu sonda Rubio: “Annessione sul tavolo”. Gaza, 68 morti in 24 ore

I due hanno parlato anche di Gaza e dell'attacco a Doha. Idf distrugge grattacieli a Gaza city, tra cui edificio dell'Università islamica. Intercettato drone Houthi vicino aeroporto Ramon
lunedì, 15 Settembre 2025
2 minuti di lettura

Per Netanyahu, ieri è stata l’occasione di rafforzare i legami con Washington e sondarne i limiti. Per Gaza, invece, solo un altro giorno di macerie e lutto. Tel Aviv e Gerusalemme sono state ieri il palcoscenico di un passaggio delicatissimo della crisi mediorientale. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto il segretario di Stato americano Marco Rubio, con un dossier tanto sensibile quanto divisivo: l’ipotesi di annessione da parte di Israele di porzioni della Cisgiordania occupata.

Secondo fonti citate da Axios, Netanyahu vuole capire se l’amministrazione Trump sarebbe pronta a sostenere un passo che la quasi totalità della comunità internazionale considera illegale e pericoloso. Gli Emirati Arabi hanno già avvertito che un’annessione comprometterebbe in modo irreparabile gli Accordi di Abramo, mentre a Washington cresce l’imbarazzo: non esiste una linea chiara, e i funzionari temono che Israele stia cercando di mettere gli Stati Uniti di fronte al fatto compiuto.

Rubio, in dichiarazioni informali, avrebbe lasciato intendere di non opporsi a un’eventuale annessione. Ma alla Casa Bianca prevale la cautela: una rottura con Abu Dhabi significherebbe la fine di uno dei pochi successi diplomatici vantati da Trump in Medio Oriente.

Gaza, raid a tappeto e grattacieli distrutti

Mentre Netanyahu discuteva di geopolitica, la Striscia di Gaza viveva un’altra giornata di sangue. Secondo il ministero della Sanità locale, almeno 68 persone sono morte nelle ultime 24 ore sotto i bombardamenti israeliani. Tra le vittime, anche civili in attesa di aiuti umanitari a Rafah.

L’Idf ha colpito diversi edifici a Gaza City, tra cui la torre residenziale al-Kawthar e un palazzo dell’Università islamica, accusati di essere usati da Hamas per fini militari. È il terzo grattacielo distrutto in pochi giorni. “Non esiste nessun posto sicuro”, ha denunciato l’Unrwa, segnalando anche nuove vittime dovute a carestia e malnutrizione. L’esercito israeliano rivendica di aver eliminato nell’ultimo mese oltre 20 esponenti di Hamas, inclusi miliziani coinvolti nell’attacco del 7 ottobre 2023.

Ieri altre 11 persone sono state uccise in raid a Gaza City e Rafah. Secondo l’Idf, più di 300mila palestinesi hanno già evacuato Gaza City.

Famiglie degli ostaggi: “Ogni giorno di ritardo è un pericolo mortale”
A Tel Aviv migliaia di persone si sono radunate nella “piazza degli Ostaggi”. Tra loro, familiari dei 48 israeliani ancora prigionieri di Hamas, che accusano Netanyahu di essere l’unico vero ostacolo a un accordo per il loro rilascio. “Ogni giorno di ritardo è un pericolo mortale”, ha detto Sharon Alony Cunio, ex ostaggio, il cui marito è ancora nelle mani dei miliziani. L’attacco israeliano in Qatar contro la leadership di Hamas, che ha congelato i colloqui, è stato duramente criticato: “I negoziati sono stati interrotti con il fuoco e le colonne di fumo”, ha denunciato un manifestante.

Tensioni anche in Cisgiordania

L’Idf ha emesso un ordine per la demolizione di circa 20 ettari di terreni agricoli palestinesi a Tulkarem, ufficialmente per motivi di sicurezza legati all’insediamento di Bat Hefer. Ma per i gruppi per i diritti umani si tratta dell’ennesimo passo verso l’espansione degli insediamenti. Secondo la Commissione palestinese per la resistenza al muro e agli insediamenti, dall’inizio del 2025 sono già stati confiscati o sradicati 60 ettari di terreni agricoli.

Olmert contro Netanyahu: “Fermerei subito la guerra”

A complicare il quadro, le parole dell’ex premier israeliano Ehud Olmert, intervenuto a Napoli: “Se potessi decidere, fermerei subito la guerra. La priorità è riportare a casa gli ostaggi, anche se ciò significasse lasciare in vita miliziani di Hamas sotto le macerie”.

Nuove minacce regionali

Sul fronte regionale, le difese israeliane hanno intercettato un drone lanciato dagli Houthi yemeniti nei pressi dell’aeroporto Ramon, nel sud del Paese. Solo pochi giorni fa un velivolo simile era riuscito a colpire il terminal dello stesso scalo.

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