Si chiama “A difesa della Costituzione e per il No al referendum” il nuovo Comitato promosso dall’Associazione nazionale magistrati (Anm) per contrastare la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere voluta dal governo.
Il Comitato nasce dall’assemblea dell’Anm e ha come obiettivo immediato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dalla riforma e sull’importanza di preservare l’attuale sistema di garanzie per i cittadini. Nello statuto si precisa che la finalità è «promuovere la vittoria del No al referendum costituzionale» previsto per il 2026.
Struttura e regole
Il Comitato potrà partecipare a iniziative culturali, mediatiche e di informazione, mantenendo però una netta distanza dalla politica. Lo statuto stabilisce infatti che non potranno aderire esponenti di partito né ex politici. Potranno invece farne parte magistrati in quiescenza, professori e ricercatori universitari, avvocati, rappresentanti dell’associazionismo e cittadini che condividano le finalità del gruppo. È prevista anche la figura dei sostenitori e una rete di articolazioni territoriali.
I vertici
Tra i soci costituenti figura il presidente dell’Anm Cesare Parodi. Il ruolo di presidente esecutivo è affidato ad Antonio Diella, affiancato da Marinella Graziano come vicepresidente vicaria e da Gerardo Giuliano come vicepresidente e segretario. Giulia Locati sarà invece la tesoriera. Entro 60 giorni sarà nominato anche un presidente onorario.
Il contesto politico
Il referendum del 2026 si annuncia come una sfida cruciale per la giustizia italiana. Il disegno di legge a prima firma del ministro della Giustizia Carlo Nordio prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, tema che da anni divide politica e magistratura. Con la nascita del Comitato, l’Anm ufficializza il proprio schieramento, ponendosi come uno dei principali attori della campagna referendaria.