In un momento di crescente tensione diplomatica, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che le riserve di uranio arricchito del Paese sono “inaccessibili” a qualsiasi potenza straniera, compresa l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). L’affermazione, pronunciata durante un’intervista televisiva a margine dei colloqui con la delegazione egiziana al Cairo, ha sollevato nuove preoccupazioni sulla trasparenza del programma nucleare iraniano. “Non accetteremo pressioni né ispezioni arbitrarie. Le nostre riserve sono protette e non negoziabili,” ha affermato Araghchi, ribadendo che l’arricchimento dell’uranio è un diritto sovrano e non oggetto di compromesso. Il ministro ha inoltre sottolineato che Teheran non intende rinunciare al proprio programma nucleare, pur dichiarandosi contraria alla produzione di armi atomiche. La dichiarazione arriva in un momento delicato: secondo un recente rapporto dell’AIEA, l’Iran ha aumentato la produzione di uranio arricchito al 60%, una soglia vicina al livello necessario per scopi militari. Gli Stati Uniti hanno proposto una sospensione totale dell’arricchimento, ma la risposta iraniana è stata netta: “Non accetteremo proposte che ignorano i nostri interessi nazionali,” ha ribadito il portavoce del ministero. La posizione iraniana complica ulteriormente i negoziati in corso, già minati dalla mancanza di fiducia reciproca e dalle sanzioni economiche ancora in vigore. Il presidente Donald Trump ha ribadito che “l’Iran non potrà mai ottenere un’arma nucleare,” lasciando intendere che la strategia di massima pressione proseguirà. Intanto, l’Europa osserva con crescente inquietudine. La questione delle riserve “inaccessibili” rischia di diventare il nuovo nodo critico in una trattativa che, al momento, sembra più vicina allo stallo che alla soluzione.
Iran, il ministro degli Esteri: “Le riserve di uranio sono inaccessibili”
