Si aggrava il bilancio dell’attacco terroristico avvenuto questa mattina su un autobus nel quartiere di Ramot, a Gerusalemme. Secondo quanto riportato dai media israeliani, cinque persone hanno perso la vita – quattro uomini e una donna – mentre altre quindici sono rimaste ferite, sette delle quali in condizioni gravi. L’attacco è stato compiuto da due uomini palestinesi provenienti da Qubiba e Qatana, località situate in Cisgiordania. Secondo le prime ricostruzioni, i due attentatori sono saliti a bordo di un autobus e hanno aperto il fuoco contro i passeggeri. Un soldato presente sul mezzo ha risposto immediatamente, innescando uno scontro a fuoco che si è concluso con la neutralizzazione dei due assalitori da parte di un agente di sicurezza e di un civile armato.
Un portavoce delle autorità israeliane ha dichiarato che, in seguito all’attacco, i valichi di frontiera intorno a Gerusalemme sono stati temporaneamente chiusi in entrambe le direzioni. “Sono in corso valutazioni congiunte con la polizia per determinare l’identità completa dei terroristi e stabilire eventuali collegamenti con altre organizzazioni”, ha riferito una fonte della sicurezza all’emittente pubblica Kan.
Netanyahu annulla la presenza in tribunale
L’attentato ha avuto ripercussioni anche sul fronte politico. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che oggi avrebbe dovuto presenziare alla ripresa del processo per presunta corruzione a suo carico dopo oltre un mese di pausa, ha informato il tribunale di non poter comparire “per motivi di sicurezza”. Netanyahu ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici delle forze di sicurezza israeliane per una valutazione della situazione. “Lo Stato di Israele risponderà con fermezza a chi cerca di colpire i suoi cittadini”, avrebbe dichiarato il Premier, secondo quanto riportato da fonti governative.