“Non è un problema di falle, è un problema di adeguamento alle nuove frontiere della tecnologia”. Mara Carfagna, Segretario di Noi Moderati, interviene sul tema dei deepfake e delle piattaforme digitali che veicolano contenuti sessisti, annunciando la presentazione di un disegno di legge contro la violenza digitale. L’iniziativa, firmata insieme alle colleghe Maria Stella Gelmini e Martina Semenzato, approderà in Parlamento martedì. Secondo Carfagna, intervistata dal quotidiano ‘Il Giornale’, l’attuale sistema normativo è rimasto indietro rispetto ai nuovi scenari tecnologici: “Il nostro codice non sanziona i deepfake, prevede obblighi molto deboli per le piattaforme, consente un anonimato pressoché assoluto a chi le usa in modo illegale”. Da qui la necessità di aggiornare le regole, rendendole adeguate agli abusi che la rete rende possibili.
“Forse nessuno può impedire la diffusione di deepfake su scala globale – osserva Carfagna – ma almeno possiamo rendere la vita difficile a chi li realizza in Italia per un pubblico italiano. E comunque, se tutti i Paesi cominciassero a ‘svegliarsi’, anche i grandi monopoli digitali dovrebbero iniziare a porsi il problema”.
Non solo norme
Sul fronte della privacy, la proposta prevede un compromesso: libertà di espressione con pseudonimo, ma identità reale custodita da un soggetto terzo, rivelabile soltanto su ordine dell’autorità giudiziaria. “Così – spiega la leader di Noi Moderati – si tutela la riservatezza ma si rendono anche perseguibili gli illeciti”. Quanto ai tempi di rimozione dei contenuti illeciti, il testo parla di «senza indugio», ovvero in maniera “diretta, risoluta e immediata”. Non è escluso, tuttavia, che nel confronto parlamentare possano essere introdotte scadenze più precise.
Carfagna sottolinea come la risposta al fenomeno debba essere anche culturale: “Serve l’azione della scuola, che deve puntare con decisione all’educazione al rispetto delle donne. Lo si faccia nello spazio dell’educazione civica, in orari appositi, trasversalmente alle varie materie, ma lo si faccia”. L’obiettivo dichiarato è formare le nuove generazioni per superare “una cultura misogina che nel 2025 è davvero un retaggio intollerabile”.