La giornata di ieri si è consumata tra mosse diplomatiche dai toni accesi, nuove pressioni sanzionatorie e l’ennesima notte di droni. Volodymyr Zelensky ha respinto l’invito di Vladimir Putin a un bilaterale a Mosca: “Lui può venire a Kiev. Io non posso andare nella capitale di un terrorista mentre il mio Paese è sotto i razzi, ogni giorno”, ha detto in un’intervista a Abc News. A fare da sfondo, l’ipotesi – ancora embrionale – che un futuro accordo di pace possa includere la presenza di “migliaia” di militari occidentali in Ucraina per le garanzie di sicurezza: “È presto per parlarne, ma non sarà un numero a una cifra”, ha ammesso il presidente ucraino. Sul fronte industriale, Kiev ha annunciato l’avvio in Danimarca della prima linea di co-produzione di droni con partner europei, due mesi dopo l’intesa di difesa del 4 luglio. “Apriremo linee simili anche in altri Paesi Ue”, ha spiegato Zelensky, che vede nella rete manifatturiera europea uno strumento per aumentare la pressione su Mosca e sbloccare la diplomazia. Parallelamente, Putin ha riproposto l’idea – già respinta da Kiev – di ospitare colloqui a Mosca, definendo “eccessive” eventuali richieste di spostare il tavolo altrove. Intanto Dmitry Peskov ha bollato come “nemiche” le aziende straniere che finanziano le Forze armate ucraine: “Devono essere trattate come tali”, ha detto a Tass. Sulla scena mediatica, Maria Zakharova ha scelto l’insulto: i leader europei che sostengono Kiev sarebbero “gnomi mutanti”. Una retorica che si intreccia con la lettura strategica dell’Institute for the Study of War: secondo il think tank americano, Putin sta “rendendo impossibili i negoziati e attribuendo falsamente la colpa all’Ucraina”, anche delegittimando Zelensky e agitando lo spauracchio di attacchi a eventuali forze straniere.
Washington, tra frustrazione e nuove sanzioni
Dagli Stati Uniti arriva un doppio segnale. Da un lato Donald Trump insiste: “La guerra deve finire o sarà l’inferno. Porteremo a termine il lavoro e aiuteremo con le garanzie di sicurezza. L’Europa sarà la prima a intervenire: vuole vederla finire”. Dall’altro, domani una delegazione Ue guidata dall’inviato David O’Sullivan sarà al Tesoro per discutere di nuove misure contro la Russia, dopo i contatti tra il segretario Scott Bessent, Ursula von der Leyen e il vicepresidente J.D. Vance.
La notte dei droni e il peso della guerra
Dal tramonto all’alba, la difesa ucraina afferma di aver abbattuto o neutralizzato 68 dei 91 Shahed e droni-esca lanciati dalla Russia. Almeno 18 avrebbero colpito in otto località; frammenti sono caduti in diverse aree. A Chernihiv, un attacco con droni ha ucciso una donna di 70 anni e ferito gravemente una 45enne, secondo le autorità regionali. Sul fronte opposto, il governatore russo di Belgorod ha denunciato tre morti attribuiti ad attacchi ucraini. L’intelligence di Kiev stima in 700.000 gli effettivi russi oggi presenti in Ucraina – includendo truppe regolari, servizi e Guardia nazionale – con priorità sul settore di Donetsk. Nella sola area di Pokrovsk, i russi sarebbero quasi il doppio della popolazione prebellica. Secondo il governatore ucraino di Donetsk, nelle ultime 24 ore l’artiglieria russa ha ucciso quattro civili. L’Osce calcola 2.577 militari ucraini ancora prigionieri in Russia. Zelensky elenca l’intensità degli attacchi: “Dall’inizio di settembre, oltre 1.300 droni d’attacco, quasi 900 bombe guidate e circa 50 missili”. E rilancia la leva economica: “Per sbloccare la diplomazia servono restrizioni efficaci sul petrolio e gas russi, più armi a Kiev e vere garanzie di sicurezza”.
Guerra di parole, guerra d’industria
Kiev accusa Mosca di trasformare “la diplomazia in una farsa” mentre il Regno Unito segnala l’“educazione politica forzata” dei giovani nelle zone occupate: campi, addestramento e propaganda filo-russa in scuole e università. Sul piano tecnologico, l’intelligence ucraina sostiene che la Russia possa ormai produrre fino a 2.700 Shahed (Geran-2) al mese, oltre a un gran numero di droni-esca; obiettivo 2025: 79.000 unità. Un balzo che, a luglio, avrebbe favorito un record di 6.200 UAV lanciati in un solo mese, secondo fonti britanniche.
L’Europa fa i conti con la difesa
Da Cernobbio, il vicepresidente esecutivo Ue Valdis Dombrovskis avverte: “Le ambizioni russe vanno oltre l’Ucraina. L’Europa ha vantaggi su Mosca per economia, tecnologia e demografia: vanno tradotti in capacità militari con investimenti grandi e costanti e una forte cooperazione con gli alleati”. Tra i molti echi della propaganda, un episodio mediatico: la tv cinese ha revocato i diritti su un video – poi ritirato da Reuters – in cui Putin e Xi parlavano, a microfoni aperti, di una possibile longevità umana fino a 150 anni. Un dettaglio laterale che racconta quanto il conflitto informativo resti, anche qui, una partita nel cuore della guerra.