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L’Eurozona cresce ma senza scatti da record

giovedì, 4 Settembre 2025
1 minuto di lettura



ROMA (ITALPRESS) – Se l’economia europea corresse la maratona, ad agosto avrebbe tagliato il traguardo con passo regolare, ma senza scatti da record. L’indice Pmi composito dell’Eurozona è salito a 51 punti, in aumento dai 50,9 di luglio, segnando il livello più alto dell’ultimo anno. Un risultato positivo, ma che secondo S&P Global resta “complessivamente fiacco”: il motore industriale tira, i servizi arrancano, e la crescita complessiva mostra un vigore tutto sommato moderato.
Il vero freno è stato il settore terziario, sceso a 50,5 punti dai 51 di luglio, sotto le attese degli analisti. La domanda interna di servizi è praticamente stagnante, mentre gli ordini esteri registrano il calo più rapido in tre mesi, estendendo a tre anni e mezzo la sequenza di deterioramento.
Nonostante ciò, i nuovi ordini del settore privato hanno registrato il primo aumento da maggio 2024, e l’occupazione ha segnato la crescita più veloce in 14 mesi, guidata dal terziario, mentre il manifatturiero continua a ridurre leggermente gli organici. La sequenza di creazione occupazionale si estende così a sei mesi consecutivi, un piccolo ma significativo segnale di resilienza.
A livello nazionale, la Spagna mostra la crescita più rapida, anche se in rallentamento, mentre Germania e Irlanda registrano incrementi più deboli. L’Italia evidenzia una lieve accelerazione, mentre la Francia rimane la performance peggiore dell’area, pur con l’indice composito stabile e salito al massimo degli ultimi 12 mesi, di poco sotto la soglia di 50 punti.
Sul fronte della fiducia, le imprese restano sostanzialmente stabili rispetto a luglio, con un livello inferiore alla media di lungo periodo. Le previsioni per i prossimi 12 mesi continuano a indicare ottimismo, seppur temperato. Sul fronte dei prezzi, invece, le pressioni inflazionistiche si fanno sentire: l’inflazione dei costi accelera, segnando il rialzo più rapido da marzo, e le aziende reagiscono aumentando i prezzi di vendita, con il terziario a fare la parte del leone, mentre il manifatturiero contribuisce marginalmente.
gsl

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