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Gaza, asse Italia-Arabia Saudita: “No a sfollamenti, serve subito il cessate il fuoco”

giovedì, 28 Agosto 2025
1 minuto di lettura

Un fronte comune per chiedere la fine immediata della guerra a Gaza, il rilascio degli ostaggi e la ripresa del processo politico verso la soluzione dei due Stati. È quanto emerso oggi dall’incontro a Villa Madama tra il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il collega saudita Faisal bin Farhan Al Saud, che hanno firmato una dichiarazione congiunta destinata a pesare nel dibattito internazionale. “Italia e Arabia Saudita ribadiscono la loro inequivocabile opposizione a qualsiasi sfollamento dei palestinesi sotto qualsiasi pretesto. I principi di non-trasferimento e non-espulsione devono essere pienamente rispettati”, si legge nel documento diffuso al termine dell’incontro. I due Paesi sottolineano inoltre che “qualsiasi assetto per il periodo successivo alla guerra deve essere strettamente legato all’attuazione chiara e con tempi definiti di una soluzione politica che ponga fine all’occupazione e realizzi una pace giusta, globale e sostenibile”.
Nella nota si chiede la cessazione immediata delle ostilità, il rilascio senza condizioni di tutti gli ostaggi, l’accesso illimitato agli aiuti umanitari e la restituzione delle entrate fiscali palestinesi trattenute. Roma e Riad hanno annunciato anche di voler esplorare forme concrete di cooperazione per rafforzare l’Autorità Palestinese, basandosi sulla prospettiva della nascita di uno Stato palestinese accanto a Israele.

“Niente più morti civili”

La nostra azione è tutta rivolta a Gaza: vogliamo che finisca la guerra, che si arrivi quanto prima a un cessate il fuoco, non vogliamo più morti civili e vogliamo la liberazione di tutti gli ostaggi”, ha detto Tajani al fianco del Ministro saudita. “Lavoriamo insieme per la soluzione a due Stati”, ha aggiunto, sottolineando la convergenza di vedute con Riad. Sul fronte della mediazione diplomatica, il Ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty e l’omologo del Qatar Muhammad bin Abdulrahman al-Thani hanno ribadito che gli sforzi per una tregua non si sono fermati, nonostante “la deplorevole mancanza di reattività da parte israeliana”. Entrambi hanno confermato il rifiuto del trasferimento forzato dei palestinesi da Gaza e dell’uso della carestia come arma di guerra, assicurando di voler continuare a fare pressione su Israele affinché accetti la proposta di cessate il fuoco avanzata con il sostegno americano.
La scorsa settimana Hamas ha dichiarato di aver accettato una bozza di accordo che prevedeva il rilascio di 10 ostaggi israeliani durante una tregua di 60 giorni. Israele non ha risposto alla proposta, insistendo invece per un accordo complessivo che comprenda la liberazione di tutti i circa 50 ostaggi ancora prigionieri. Secondo fonti israeliane, solo una ventina di loro sarebbe ancora in vita.

“Serve un ruolo della comunità internazionale”

Nel corso della conferenza, il ministro saudita Faisal bin Farhan ha ribadito la ferma condanna della “forza di occupazione” israeliana, accusata di “aggressioni contro i civili a Gaza e in Cisgiordania” e di ostacolare il diritto dei palestinesi a vivere in pace e dignità. “La comunità internazionale deve giocare il suo ruolo per arrivare alla pace”, ha insistito.

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