ROMA (ITALPRESS) – L’estate 2025 volge al termine, ma l’Europa continua a bruciare. Quella che si sta concludendo è la peggiore stagione di incendi boschivi mai registrata nell’Unione Europea: da gennaio oltre un milione di ettari di foreste e terreni agricoli sono stati devastati dalle fiamme. Ondate di calore estremo e siccità prolungata hanno reso il continente più vulnerabile che mai. I vigili del fuoco hanno combattuto incessantemente contro incendi su larga scala, mentre le temperature record hanno messo a dura prova infrastrutture, servizi sanitari e comunità locali. Le conseguenze sono drammatiche: oltre ai danni materiali e alle vite umane perse, gli incendi hanno rilasciato enormi quantità di anidride carbonica, alimentando un circolo vizioso che accelera il riscaldamento globale, rende le foreste più fragili e aumenta il rischio di futuri roghi. Gli scienziati avvertono che quella che un tempo era considerata una stagione limitata ai mesi estivi è oggi destinata ad allungarsi, con incendi sempre più frequenti e intensi. Temperature record, siccità e venti forti rendono il rischio costante e l’Europa meridionale sempre più esposta. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, ogni anno circa 489.000 persone muoiono nel mondo a causa del caldo estremo, di cui oltre un terzo in Europa. Esperti e organizzazioni internazionali sottolineano che con l’uso efficace di dati, tecnologie e sistemi di allerta è possibile prevenire molte di queste morti. Migliorare la resilienza delle comunità, potenziare gli allarmi e sviluppare strategie di adattamento sono interventi essenziali per affrontare un fenomeno destinato a intensificarsi con il cambiamento climatico.
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