Il 3 settembre Pechino sarà teatro di una delle più imponenti parate militari degli ultimi decenni, organizzata per celebrare l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Ma a catalizzare l’attenzione internazionale non saranno solo i missili ipersonici o le formazioni di droni in volo sincronizzato: a marciare idealmente accanto al presidente cinese Xi Jinping ci saranno Vladimir Putin e Kim Jong Un, in quella che si preannuncia come una dimostrazione plastica di alleanze alternative al blocco occidentale. La presenza del leader nordcoreano, confermata dal ministero degli Esteri cinese e dall’agenzia ufficiale KCNA, rappresenta la sua prima trasferta internazionale dal 2019. Un gesto che va ben oltre il cerimoniale: Kim, invitato personalmente da Xi, si unirà a Putin in Piazza Tienanmen, consolidando un triangolo politico-militare che sfida apertamente le pressioni di Washington e dei suoi alleati. La parata, che vedrà la partecipazione di 26 capi di Stato, sarà anche l’occasione per Xi di ribadire il ruolo della Cina come garante della stabilità globale attraverso la forza. L’assenza di leader occidentali, eccezion fatta per il premier slovacco Robert Fico, accentua la frattura diplomatica in corso. Per Kim, la partecipazione è una mossa strategica: rafforza il sostegno cinese in un momento di tensioni crescenti nella penisola coreana e offre una vetrina internazionale per riaffermare la legittimità del regime nordcoreano. Per Putin, reduce da un isolamento crescente a causa della guerra in Ucraina, è un’occasione per rinsaldare il fronte orientale. In un mondo sempre più polarizzato, la parata di Pechino non sarà solo una celebrazione storica, ma un messaggio chiaro: le potenze asiatiche non intendono restare in silenzio.
