Dall’alba di oggi la Striscia di Gaza è tornata a essere teatro di pesanti bombardamenti israeliani che, secondo quanto riportato dall’emittente qatariota Al-Jazeera citando fonti sanitarie locali, hanno causato la morte di almeno 12 palestinesi. Due delle vittime sono state registrate nel quartiere di Daraj, a Gaza City, uno degli epicentri dell’ultima offensiva, mentre gli altri decessi sono avvenuti nella zona di Khan Younis, nel sud della Striscia.
Operazioni di terra a Gaza City
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato in una nota che le truppe di terra continuano a operare nella periferia di Gaza City, in vista dell’offensiva pianificata per conquistare la parte settentrionale della città, considerata ancora una delle principali roccaforti di Hamas. Secondo l’esercito israeliano, nelle ultime 24 ore sono state colpite numerose infrastrutture del movimento palestinese, sia in superficie sia nel sottosuolo, e sono state distrutte diverse postazioni di osservazione ritenute una minaccia per le operazioni militari. Scontri diretti sono stati registrati a Jabaliya e a Gaza City, mentre a Khan Younis, con il supporto dell’aviazione, sono stati uccisi diversi miliziani e neutralizzate strutture operative.
Tra i bersagli colpiti, un raid aereo ha portato all’uccisione di Mahmoud al-Asoud, comandante dell’apparato di sicurezza generale di Hamas nella parte occidentale della Striscia.
La reazione saudita
Gli sviluppi del conflitto sono stati discussi a Gedda dal Consiglio dei Ministri saudita, presieduto dal re Salman bin Abdulaziz. Nel comunicato diffuso al termine della riunione, Riad ha ribadito la richiesta alla comunità internazionale – e in particolare ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU – di agire “con urgenza” per fermare la guerra a Gaza e affrontare la grave emergenza umanitaria in corso. Il governo saudita ha espresso pieno sostegno alle conclusioni della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica, che ha condannato l’“aggressione israeliana” contro il popolo palestinese e ha discusso strategie comuni per fermare quello che viene definito un genocidio.
Nella stessa dichiarazione, l’Arabia Saudita ha denunciato le “persistenti violazioni israeliane” nei territori palestinesi e siriani, accusando Israele di minare il diritto internazionale e di alimentare un conflitto che rischia di destabilizzare non solo la regione mediorientale, ma anche la sicurezza globale.
Riad ha inoltre riaffermato il proprio sostegno al governo di Damasco nel garantire sovranità e stabilità alla Siria, respingendo ogni ipotesi di divisione territoriale del Paese.