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Gaza, bilancio sempre più grave: 34 morti dall’alba, tra cui quattro bambini

Unrwa: Israele ci permetta di distribuire aiuti, nostri magazzini sono pieni. Israele vieta a 2 medici stranieri il rientro a Gaza. L'appello di Emine Erdogan a Melania Trump: "Scriva a Netanyahu come ha fatto con Putin"
domenica, 24 Agosto 2025
2 minuti di lettura

La Striscia di Gaza ha vissuto ieri un’altra giornata di sangue. Secondo fonti ospedaliere citate da Al Jazeera, almeno 34 palestinesi sono rimasti uccisi dall’alba sotto i raid israeliani, tra cui otto persone che cercavano di ottenere aiuti umanitari. Nelle prime ore del mattino, quattro bambini hanno perso la vita a Khan Yunis, colpiti mentre si riparavano in tende destinate agli sfollati.

Il ministero della Sanità di Gaza ha parlato di almeno 71 morti complessivi nelle ultime 24 ore. La tv araba riferisce che 17 persone sono decedute in un bombardamento su tende a Asdaa, mentre altri due palestinesi sono morti in un attacco contro una casa nel campo profughi di Maghazi. Un rapporto congiunto tra Forensic Architecture (Londra) e la World Peace Foundation (Massachusetts) ha documentato almeno 64 episodi di violenza contro civili palestinesi mentre cercavano di ottenere cibo o medicinali.

In 25 casi gli scontri sono avvenuti nei pressi dei punti di distribuzione della controversa Gaza Humanitarian Foundation, una ong con sede nel Delaware di fatto gestita congiuntamente da Usa e Israele. Secondo l’indagine, i palestinesi percorrono in media 6 chilometri per raggiungere i centri di razionamento, dove spesso si verificano aggressioni. Il rapporto denuncia l’uso politico degli aiuti, in violazione dei principi umanitari internazionali. Anche la Cisgiordania resta sotto pressione.

L’agenzia palestinese Wafa ha riportato numerosi arresti nelle città di Attil, Jenin, el-Bireh e Nablus. Nel villaggio di al-Mughayyir, l’esercito israeliano ha sradicato oltre 3.000 ulivi in due giorni, come rappresaglia dopo un attacco vicino all’insediamento illegale di Adei Ad. “Chi commette attentati pagherà un prezzo elevato”, ha avvertito il capo del Comando Centrale israeliano Avi Bluth.

Unrwa: “I nostri magazzini sono pieni, Israele ci lasci entrare”

Dopo la dichiarazione ufficiale di carestia a Gaza da parte delle Nazioni Unite, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha rinnovato il suo appello: “I nostri depositi in Giordania ed Egitto sono colmi di cibo, medicine e beni essenziali sufficienti a riempire 6.000 camion. Israele deve consentirci di portarli a Gaza per invertire la catastrofe in corso”.

scontro Trump-Netanyahu

Il presidente americano Donald Trump ha scatenato polemiche sostenendo che “probabilmente meno di 20 ostaggi israeliani sono ancora vivi” nelle mani di Hamas. Le sue parole hanno indignato il Forum delle famiglie dei rapiti e dispersi, che ha ricordato che i sequestrati sono 50: “Per noi ognuno rappresenta un mondo intero”. Da Israele è arrivata una smentita immediata. Gal Hirsh, coordinatore per gli ostaggi del governo Netanyahu, ha ribadito che 20 persone risultano vive, due delle quali in condizioni critiche.

Rabbini e Imam uniti contro la violenza

Un gruppo di 80 rabbini ortodossi internazionali ha diffuso un appello che condanna sia le azioni di Hamas sia la campagna militare israeliana, accusata di aver devastato Gaza e bloccato l’arrivo degli aiuti. “Il cinismo di Hamas non esonera Israele dalla responsabilità di prevenire la fame di massa”, si legge nel documento. L’appello è stato sostenuto anche dal Consiglio delle Guide Religiose della Coreis, che ha rilanciato l’invito a pregare e digiunare per la pace, in linea con quanto richiesto da Papa Leone XIV.

la lettera di Emine Erdogan

La first lady turca Emine Erdogan ha chiesto a Melania Trump di scrivere al premier israeliano Netanyahu per sollecitare la fine della crisi umanitaria, ricordando la lettera che la first lady aveva inviato a Vladimir Putin in difesa dei bambini ucraini. “Anche i 62.000 civili uccisi a Gaza, di cui 18.000 bambini, hanno diritto a speranza e protezione”, ha dichiarato.

Israele, cala fiducia in Netanyahu

Un sondaggio pubblicato da Maariv indica che il 62% degli israeliani ritiene che il governo Netanyahu abbia perso la fiducia del Paese. Solo il 27% pensa che l’esecutivo goda ancora di una maggioranza solida. Il 46% chiede un accordo complessivo che ponga fine alla guerra a Gaza, mentre il 26% vorrebbe un’intesa immediata. Il malcontento è esploso anche in piazza: a Kfar Mala il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir è stato contestato con cori di “criminale” e “terrorista”, accusato di sabotare un’intesa sugli ostaggi.

Medici respinti

Intanto, due dottoresse volontarie – l’americana Mimi Syed e la francese Catherine Le Scolin-Quere – si sono viste negare l’ingresso a Gaza. Secondo Haaretz, la decisione è stata presa dallo Shin Bet anche a causa delle interviste rilasciate in passato in cui criticavano la condotta israeliana nel conflitto.

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