È lungo venti chilometri, viaggia su una traiettoria iperbolica e non emette gas cometari. Il suo nome è 3I/ATLAS, ed è il terzo oggetto interstellare mai osservato nel Sistema Solare. Ma secondo Avi Loeb, fisico teorico e docente ad Harvard, potrebbe non essere affatto naturale. In un recente studio, Loeb ha avanzato l’ipotesi che si tratti di una sonda aliena a propulsione nucleare, progettata per esplorare pianeti abitabili come la Terra. L’oggetto ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per la sua orbita retrograda, quasi allineata all’eclittica, e per il suo passaggio ravvicinato a Venere, Marte e Giove. “La probabilità che un corpo naturale segua una rotta così precisa è inferiore allo 0,2%”, ha dichiarato Loeb, che guida il Galileo Project, un’iniziativa volta a indagare scientificamente la possibile origine artificiale di oggetti celesti anomali. Secondo il fisico, 3I/ATLAS potrebbe sfruttare la cosiddetta manovra di Oberth, una tecnica nota nell’astronautica per aumentare l’efficienza di propulsione sfruttando la gravità stellare. Questo dettaglio, unito alla sua massa e alla mancanza di caratteristiche tipiche delle comete, alimenta l’ipotesi di una tecnologia avanzata, forse alimentata da un reattore nucleare. La comunità scientifica resta divisa. Molti colleghi accusano Loeb di sensazionalismo, ricordando il precedente con ‘Oumuamua, il primo oggetto interstellare scoperto nel 2017, che lo stesso Loeb aveva definito una possibile sonda aliena. Altri, invece, ritengono che l’ipotesi, per quanto estrema, meriti attenzione. “Non affermo che sia certamente alieno,” ha precisato Loeb, “ma ignorare l’opzione tecnologica non è un segno di intelligenza.” In un’epoca in cui la scienza si confronta con l’ignoto, anche la fantascienza può diventare uno strumento di indagine. E 3I/ATLAS, con il suo silenzioso passaggio, ci ricorda quanto poco sappiamo di ciò che ci circonda.
