Dopo giorni di caos negli aeroporti e oltre 2.300 voli cancellati, Air Canada ha annunciato la ripresa graduale delle operazioni, grazie a un accordo salariale provvisorio raggiunto con il sindacato degli assistenti di volo. La svolta è arrivata nella notte tra lunedì e martedì, al termine di una maratona negoziale mediata dal capo arbitro William Kaplan. Il sindacato CUPE, che rappresenta oltre 10.000 membri dell’equipaggio, ha confermato che l’intesa tutela il diritto dei lavoratori di votare sulle retribuzioni e include miglioramenti significativi, anche se i dettagli non sono ancora stati resi pubblici. Le presentazioni ai membri avverranno via Zoom nei prossimi giorni, prima del voto di ratifica. Lo sciopero, iniziato il 16 agosto, aveva paralizzato la rete della compagnia, con circa 500.000 passeggeri coinvolti. Al centro della protesta, la richiesta di retribuire anche il lavoro svolto a terra, come l’imbarco e lo sbarco, attualmente escluso dal conteggio salariale. Air Canada aveva offerto un aumento del 38% in quattro anni, ma il sindacato lo aveva giudicato insufficiente. Il governo canadese era intervenuto con un ordine di rientro al lavoro, dichiarando lo sciopero illegale. Tuttavia, la pressione pubblica e il rischio di danni economici hanno spinto le parti a tornare al tavolo delle trattative. “Siamo tenuti a collaborare pienamente alla ripresa delle operazioni,” ha dichiarato il sindacato in un comunicato. Air Canada ha fatto sapere che ci vorranno alcuni giorni per tornare alla piena operatività. Intanto, i passeggeri sono invitati a verificare lo stato dei voli prima di recarsi in aeroporto. La crisi sembra rientrata, ma il dibattito sul trattamento del personale di volo resta aperto.
