Allarmante deriva dei costumi sessuali dei giovani. In aumento le interruzioni di gravidanza e le malattie sessualmente trasmissibili

Scarsa conoscenza dei rischi, bassa adesione all’uso di preservativi, accesso limitato ai servizi di screening e la pressione sociale e culturale che ancora non permette di parlare della sessualità liberamente sono alla base di un trend dalle gravissime conseguenze psico-fisiche e sociali
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Si fa davvero fatidica a credere ai dati trasmessi dall’istituto Superiore di Sanità sulla crescita allarmante negli ultimi anni in Italia sia delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) sia delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) tra i giovani e le giovani. Un fenomeno che non può che sollevare interrogativi sulle responsabilità sociali, sui cambiamenti nei comportamenti sessuali e sulle strategie di prevenzione adottate e da adottare dalle istituzioni sanitarie. Se a questi fenomeni aggiungiamo quello della violenza sulle donne sembrerebbe ormai irrimandabile un programma di educazione sessuale e sentimentale nelle scuole, annunciato tante volte ma mai avviato. Quello che è certo è che bisognerebbe tornare a parlarne.

L’interruzione volontaria di gravidanza: trend e dati

Negli ultimi decenni, le interruzioni di gravidanza in Italia hanno conosciuto periodi di diminuzione costante grazie a una maggiore diffusione di metodi contraccettivi e campagne di educazione sessuale. Tuttavia, negli ultimi anni, si osserva un’inversione di tendenza tra le giovani e i giovani, con un progressivo aumento dei casi. Secondo i dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2020 sono stati effettuati circa 103.000 interruzioni di gravidanza in Italia. Non è specificato il numero esatto delle giovani donne coinvolte, ma si stima che la maggior parte dei casi riguardi donne di età compresa tra i 18 ei 29 anni. Nel 2022 il tasso di abortività tra le minorenni è salito a 2,2 per 1.000, da 2,1 nel 2021 e 1,9 nel 2020. Nello stesso anno si registra una crescita del 3,2% del numero di IVG rispetto al 2021. Le under 18 che hanno effettuato un aborto nel 2022 sono state 1.861, pari al 2,8% di tutte le IVG.

Le ragioni di questa crescita sono molteplici. Da una parte, la diminuzione della percezione del rischio legato ai rapporti sessuali non protetti, anche a causa di una scarsa informazione. Dall’altra, il persistere di stigmi sociali e culturali che ostacolano il dialogo tra giovani, famiglie e operatori sanitari. Inoltre, l’accesso ai servizi di consulenza e agli anticoncezionali non è sempre facile, specie nelle aree rurali e nel Sud Italia.

Si osservano anche altri tre fattori che hanno contribuito a facilitare l’accesso alle interruzioni di gravidanza : le IVG farmacologiche (pillola RU486), che hanno superato quelle chirurgiche; la riduzione del numero di medici obiettori e l’uso della pillola del giorno dopo (contraccezione d’emergenza) aumentato fortemente (+28% tra il 2021 e il 2022) grazie alla maggiore accessibilità.

Considerare il preservativo un ostacolo al piacere il rischio più grande
Lo studio internazionale HBSC 2022 mostra una tendenza preoccupante nella riduzione dell’uso del profilattico: a 15 anni il 69,4% dei ragazzi e il 61,6% delle ragazze ha utilizzato il preservativo nell’ultimo rapporto; a 17 anni le percentuali scendono a 65,9 % (maschi) e 56,8 % (femmine). Il calo dal 2014 al 2022 è del –9 % nei maschi e –6 % nelle femmine tra i 15enni sessualmente attivi. In Europa, il WHO rileva una diminuzione simile: ad esempio, in 40 Paesi l’uso del preservativo tra i 15enni è passato dal 70% al 61% nei maschi e dal 63% al 57% nelle femmine (2014–2022).

Diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili

Anche le malattie sessualmente trasmissibili, tra cui le infezioni da HIV, HPV, clamidia, gonorrea e sifilide, sono in aumento tra i giovani e le giovani italiane. Secondo i rapporti annuali dell’ISS, negli ultimi cinque anni si registra un incremento dei casi nella fascia d’età adolescenziale e giovane adulta. L’aumento delle MST è correlato a un abbassamento della soglia di attenzione verso la prevenzione, un uso discontinuo del preservativo e una scarsa conoscenza dei sintomi e delle modalità di trasmissione.

Secondo il notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), aggiornato al 2023, i principali incrementi nelle IST sono i seguenti: Gonorrea: +83% in tre anni (2021-2023), con un picco storico di nuovi casi (1.548 nel 2023); Sifilide primaria e secondaria: +25% nel 2023 rispetto al 2021; Clamidia: crescita del 21% nello stesso periodo. I giovani tra i 15 e i 24 anni risultano particolarmente colpiti, con la clamidia diagnosticata in prevalenza tripla rispetto alle fasce più adulte.

La diagnosi precoce rimane una sfida aperta.
Cala notevolmente l’uso del preservativo

Molti giovani e molte giovani non sono consapevoli delle modalità di trasmissione delle MST e sottovalutano la necessità di proteggersi durante i rapporti sessuali, anche occasionali. Da qui la bassa adesione all’uso di preservativi, che spesso vengono percepiti come scomodi o inutili, soprattutto nei rapporti stabili. E questo sicuramente favorisce la diffusione delle infezioni.

Anche l’accesso limitato in molte Regioni italiane ai servizi di screening come il test delle MST concorre al diffondersi del problema. Le strutture sono poche e difficili da raggiungere per chi non ha mezzi o vive in aree periferiche. A ciò si aggiunga la difficoltà a parlare apertamente di sessualità che porta molti giovani e molte giovani a evitare controlli medici e a nascondere eventuali sintomi, con il rischio di aggravare la situazione.

Un’indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) rivela che il 60% degli adolescenti (tra i 13 e i 18 anni) ritiene di essere informato sulle IST, ma la realtà è diversa. La conoscenza superficiale deriva per lo più da social e web, contro uno scarsissimo dialogo con gli adulti e false sicurezze. A peggiorare la situazione i comportamenti sessuali a rischio derivanti dall’uso crescente di alcune app di incontri, di rapporti occasionali senza protezione e del “chemsex” con consumo di alcol e droghe. Tra l’altro molte infezioni, come ad esempio la clamidia, non presentano sintomi, portando a diagnosi tardive e maggiore diffusione inconsapevole.

Implicazioni sociali e sanitarie

L’aumento delle IVG e delle MST tra le nuove generazioni ha conseguenze importanti per la salute pubblica e il benessere sociale. Le gravidanze indesiderate, le interruzioni volontarie e le infezioni sessuali incidono sulla qualità della vita, sulla salute mentale e sul futuro delle ragazze e dei ragazzi coinvolti. Inoltre, il peso economico che ne deriva ricade sulle strutture sanitarie, spesso già sotto pressione.

Conseguenze a lungo termine

MST non trattate possono causare infertilità, complicanze in gravidanza e aumentare il rischio di altre patologie. La clamidia può innescare una malattia infiammatoria pelvica e infertilità, la sifilide può colpire il sistema nervoso, la gonorrea può causare gravidanze ectopiche e facilita la trasmissione di HIV.

Le interruzioni di gravidanza, quando vissute in solitudine o senza adeguato supporto, possono generare senso di colpa, ansia e depressione. La mancanza di informazione lascia molte giovani e molti giovani senza gli strumenti per affrontare serenamente la propria sessualità e le eventuali difficoltà.

Prevenzione e strategie di intervento

Per invertire questa tendenza, sono necessarie politiche pubbliche efficaci e una collaborazione tra istituzioni, scuole, famiglie e operatori sanitari. La prevenzione deve essere al centro delle strategie, ponendo l’accento sull’educazione, sull’accesso ai servizi e sulla lotta allo stigma. Sono considerate azioni utili l’introduzione di programmi di educazione sessuale più estesi e strutturati nelle scuole, con il coinvolgimento di esperte ed esperti in materia e testimonianze dirette oltre a nuove campagne di sensibilizzazione tramite media tradizionali e social network, con linguaggio semplice e diretto, come ai tempi delle grandi epidemie.

Cristina Calzecchi Onesti

Cristina Calzecchi Onesti

Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.

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