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Zelensky: “L’Europa resti unita come nel 2022, solo così avremo una pace vera”

Il Presidente ucraino da Bruxelles rilancia l’appello all’unità alla vigilia del vertice alla Casa Bianca con Trump. Von der Leyen, Macron, Meloni e altri leader europei oggi al fianco di Kiev: sul tavolo il futuro del conflitto e l’ipotesi di un incontro trilaterale con Putin
lunedì, 18 Agosto 2025
4 minuti di lettura

È fondamentale che l’Europa rimanga unita come nel 2022. Questa forte unità è essenziale per raggiungere una pace reale”. Lo ha scritto su X il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo avere partecipato ieri pomeriggio alla riunione della cosiddetta ʼcoalizione dei volenterosiʼ, tenutasi in videoconferenza da Bruxelles insieme alla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. L’incontro si è svolto alla vigilia della visita del leader ucraino a Washington, dove oggi sarà ricevuto da Donald Trump insieme a diversi leader europei, tra cui la stessa von der Leyen.
Oggi (ieri, ndr) a Bruxelles ho illustrato le nostre posizioni sull’unità transatlantica, gli sforzi di pace, le questioni territoriali e le garanzie di sicurezza, compresa l’adesione dell’Ucraina all’Ue”, ha affermato Zelensky nel messaggio diffuso sui social.

Macchina diplomatica

E sempre ieri si è messa in moto la macchina diplomatica europea in vista del vertice cruciale a Washington. Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Keir Starmer, Giorgia Meloni, Friedrich Merz, Alexander Stubb e Mark Rutte hanno confermato la loro presenza oggi alla Casa Bianca, al fianco di Zelensky, per discutere con Trump del futuro della guerra in Ucraina. La presidente della Commissione europea ha anticipato: “L’Ucraina può sempre contare sull’Europa”. Il presidente statunitense Donald Trump ha proposto di organizzare entro venerdì un incontro trilaterale con Vladimir Putin e Zelensky. L’idea è stata comunicata ai leader europei dopo il vertice di Anchorage, in Alaska, dove il capo della Casa Bianca ha incontrato Putin. Secondo la Cnn, l’incontro sarà convocato solo se i colloqui di oggi con Zelensky nello Studio Ovale daranno esito positivo.
Intanto da Anchorage sono filtrate indiscrezioni precise: Putin avrebbe chiesto la cessione del Donetsk e del Luhansk alla Russia, con il riconoscimento internazionale delle quattro regioni annesse nel 2022 (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson), oltre alla Crimea. In cambio, Mosca congelerebbe la linea del fronte e prometterebbe di non allargare ulteriormente la guerra. Secondo Axios, il presidente russo si sarebbe detto disposto a discutere garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ma escludendo qualunque presenza Nato sul territorio.
Da parte sua, il segretario di Stato Marco Rubio ha ammesso che “potrebbe non essere possibile creare le condizioni per la pace”, mentre l’ex capo del Pentagono Leon Panetta ha parlato di “fallimento del vertice di Anchorage” e ha chiesto a Trump di mantenere la minaccia di nuove sanzioni contro Mosca. Zelenskyha respinto l’idea di concessioni territoriali: “La Russia rifiuta perfino un cessate il fuoco e continua a uccidere. Se non è disposta a fermare le ostilità, sarà difficile credere alla sua volontà di coesistere pacificamente”. Il presidente ucraino ha ribadito che ogni negoziato deve partire dalla linea del fronte attuale e che la Costituzione ucraina proibisce la cessione di territori.

Le pressioni su Zelensky

Da Mosca, il Cremlino ha fatto sapere che un incontro diretto tra Putin e Zelensky non è neppure all’ordine del giorno. Ma secondo fonti americane, Trump intende spingere il leader ucraino ad accettare almeno il principio della cessione del Donbass, considerato da Washington una possibile chiave per sbloccare l’accordo. L’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, ha dichiarato che la questione dei territori sarà “sul tavolo domani alla Casa Bianca”.

L’Europa compatta

La videoconferenza della ʼcoalizione dei volenterosiʼ, a cui ha partecipato anche Giorgia Meloni, ha rappresentato un momento di coordinamento in vista del vertice americano. “Nel corso della discussione, ha spiegato Palazzo Chigi in una nota, è stata ribadita l’importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per porre fine al conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, che dovrà essere coinvolta in ogni decisione relativa al suo futuro. La discussione ha inoltre confermato la necessità di mantenere la pressione collettiva sulla Russia e di solide e credibili garanzie di sicurezza”.
Sempre da Bruxelles, von der Leyen e Zelensky hanno tenuto una conferenza stampa congiunta prima della call. La leader europea ha accolto positivamente la disponibilità di Trump a fornire garanzie di sicurezza ispirate all’articolo 5 della Nato, ma ha ribadito: “I confini non si cambiano con la forza, l’Ucraina deve conservare la propria integrità territoriale”.
Intanto Macron, Merz e Stubb hanno annunciato la loro presenza oggi a Washington, sottolineando che l’obiettivo comune resta una “pace giusta e duratura” che preservi gli interessi vitali di Kiev. Keir Starmer ha confermato che la Gran Bretagna continuerà a sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. Macron ha poi aggiunto: “Non credo che Putin voglia la pace, penso che voglia la resa dell’Ucraina. Alcune sue richieste sono inaccettabili”.

Documenti riservati dimenticati in albergo

A margine del vertice in Alaska è scoppiato un piccolo caso diplomatico: alcuni documenti del Dipartimento di Stato americano, contenenti dettagli sugli incontri e persino il menù del pranzo previsto per Putin e Trump, sono stati dimenticati su una stampante di un albergo di Anchorage. Tra le curiosità trapelate, il regalo che Trump aveva previsto per Putin: una statua da scrivania raffigurante un’aquila calva americana. La Casa Bianca ha minimizzato, parlando di un semplice “menù di più pagine”.

Le critiche da Kiev che continua a combattere

Oleksandra Matviichuk, Nobel per la pace 2022, ha criticato duramente il vertice: “Putin continua a bombardare mentre viene accolto sul tappeto rosso. È un pessimo esempio per il mondo: si legittima un dittatore che vuole cancellare l’identità stessa dell’Ucraina”.
Dal fronte, il colonnello Mikhailo Kmytiuk ha ribadito: “Non ci fidiamo di Putin, la sua sarebbe solo una pausa prima di nuove aggressioni. Dobbiamo resistere e attendere la fine del mandato di Trump”.
Mentre si discute di pace, l’Ucraina resta però sotto attacco. Lo stato maggiore di Kiev ha riferito ieri di cinque morti negli scontri nel Donetsk e di quasi 150 battaglie in 24 ore. Allo stesso tempo, l’esercito ucraino ha annunciato un avanzamento di due chilometri nella regione di Sumy, proprio mentre a livello diplomatico si discute della possibile cessione di quelle stesse aree.

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