Il capo di Stato Maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), generale Eyal Zamir, ha approvato le linee generali di una nuova offensiva su Gaza City, in linea con le direttive del governo. Il piano, discusso con lo Shin Bet e altri ufficiali, non prevede un avvio immediato: sono in corso tentativi diplomatici per una tregua. Zamir ha sottolineato la necessità di preparare le truppe e dare loro “respiro” in vista delle prossime missioni. La decisione arriva dopo giorni di frizioni tra Zamir e il ministro della Difesa Israel Katz, e sotto l’attacco politico di Itamar Ben Gvir, che chiede la sostituzione dello staff del generale. L’Egitto, con Qatar e Stati Uniti, lavora a un cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza. Israele valuta anche l’invio di una delegazione a Doha per discutere la liberazione degli ostaggi e il blocco delle ostilità. Nel frattempo, raid israeliani hanno colpito la Striscia causando almeno 24 morti, tra cui due civili a Gaza City secondo l’agenzia palestinese Wafa. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha invitato i Paesi “che hanno a cuore i palestinesi” ad aprire le loro porte, confermando contatti con Stati disposti ad accoglierli. Israele è stato accusato di trattative con il Sud Sudan per trasferire residenti di Gaza, ipotesi smentita da Juba.
Scontro diplomatico sulla Palestina
Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha ribadito il “no” a uno Stato palestinese nei confini del 1967, considerato pericoloso per la sicurezza di Israele. Sul fronte opposto, la Nuova Zelanda valuta il riconoscimento, con il premier Luxon che accusa Netanyahu di “aver perso il controllo”. Negli Stati Uniti, il segretario di Stato Marco Rubio ha definito “privi di senso” i riconoscimenti europei della Palestina, ribadendo che la guerra finirà solo con l’eliminazione di Hamas.
Italia in prima linea nell’assistenza ai feriti
Ieri sono atterrati in Italia tre voli speciali dell’Aeronautica con 31 bambini gazawi gravemente feriti o malati, insieme ai familiari. L’operazione, accolta dal ministro Antonio Tajani, è la più grande tra le 14 missioni umanitarie italiane da gennaio 2024. I piccoli saranno curati in otto regioni. Tajani ha ribadito l’impegno per fermare l’offensiva israeliana e garantire corridoi sicuri per gli aiuti.
ONU e PAM lanciano l’allarme
L’ONU ha definito “affidabili” i dati di Gaza sulla fame e denunciato ritardi israeliani nelle autorizzazioni ai convogli: ieri 320 camion di aiuti sono entrati, ma ne servirebbero 600 al giorno. Il Programma alimentare mondiale segnala i livelli di malnutrizione più alti dall’inizio del conflitto, con 227 morti per fame, tra cui 103 bambini. L’Indonesia ha annunciato una missione di lancio aereo di 800 tonnellate di aiuti sulla Striscia.
Pressioni e crisi in Medio Oriente
Gran Bretagna, Francia e Germania hanno avvertito l’Iran che reintrodurranno sanzioni se entro il 31 agosto non ci sarà un accordo sul nucleare. Teheran denuncia le sanzioni come “crimini contro l’umanità”. In Libano, l’Iran critica il piano di disarmo di Hezbollah, definendolo inaccettabile; Beirut parla di “ingerenza”.
Yemen e Kurdistan: altre crisi dimenticate
Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, allarme per lo Yemen: metà dei bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione acuta e 17 milioni di persone affrontano la fame. Nel Kurdistan iracheno, arrestato il leader dell’opposizione Shaswar Abdulwahid, accusato di diffamazione: il suo partito denuncia motivazioni politiche legate alle proteste per salari non pagati.