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EMMANUEL MACRON PRESIDENTE FRANCIA

Gaza, nuova escalation: Macron invoca missione ONU, Crosetto attacca Netanyahu, strage di giornalisti

Crosetto: il governo di Israele ha perso la ragione. Oggi i funerali dei giornalisti uccisi nella Striscia. Greta Thunberg ripartirà per Gaza il 31 con una nuovo "Flotilla"
martedì, 12 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Il conflitto a Gaza conosce un nuovo drammatico capitolo mentre le piazze israeliane chiedono un cambio di rotta, le organizzazioni internazionali denunciano violazioni gravi e la popolazione di Gaza affronta una crisi umanitaria senza precedenti.

Dopo l’annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu di una nuova offensiva per conquistare Gaza City, definita “capitale del terrore”, la comunità internazionale ha reagito con dure critiche. L’ONU ha parlato di “ennesima pericolosa escalation” e di “catastrofe umanitaria di dimensioni inimmaginabili”.

Il premier ha chiarito che l’obiettivo non è “occupare Gaza” ma “liberarla da Hamas”, smantellando le ultime roccaforti, inclusa la zona umanitaria di Mawasi. Ha promesso corridoi sicuri e distribuzione di aiuti attraverso la contestata Gaza Humanitarian Foundation, respingendo le accuse di affamare la popolazione.

Ha inoltre minacciato azioni legali contro il New York Times per una foto di un bambino palestinese malato, sostenendo che fosse propaganda di Hamas.In patria, però, cresce il dissenso: decine di migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv e Gerusalemme.

I familiari degli ostaggi temono che la nuova offensiva metta in pericolo i loro cari e hanno indetto per domenica prossima uno sciopero generale. Intanto, secondo l’Unicef, a luglio 12.000 bambini di Gaza risultavano gravemente malnutriti, il dato mensile più alto mai registrato. In sei mesi la cifra è aumentata di sei volte, segno di un peggioramento rapidissimo.

Strage di giornalisti di Al Jazeera

A poche ore dall’apertura di Netanyahu ai media stranieri, un attacco israeliano ha colpito la tenda stampa di Al Jazeera a Gaza City, uccidendo cinque operatori, tra cui il noto reporter Anas al-Sharif. L’esercito lo ha accusato di essere un leader di Hamas, ma senza fornire prove.

L’ONU ha definito l’uccisione “una grave violazione del diritto internazionale”, mentre la Federazione nazionale della stampa italiana ha chiesto alla Corte Penale Internazionale di indagare. RSF denuncia “omicidi mirati” e ricorda che quasi 200 giornalisti sono stati uccisi dall’inizio del conflitto.

Reazioni internazionali

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la necessità urgente di una “missione di stabilizzazione sotto mandato ONU”, coinvolgendo una coalizione internazionale per “combattere il terrorismo, sostenere la popolazione e creare un governo di pace”. L’Australia ha annunciato che riconoscerà lo Stato palestinese a settembre, seguita dalla Nuova Zelanda che valuterà la stessa mossa.

La decisione australiana è stata duramente criticata da Israele, che la considera un premio al terrorismo. La Tunisia ha condannato il piano israeliano per Gaza, definendolo una “flagrante violazione del diritto internazionale” e un “tentativo di liquidare la causa palestinese”.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha accusato il governo israeliano di aver “perso la ragione”, distinguendo tra liberazione da Hamas e cacciata del popolo palestinese. Ha invitato a “obbligare Netanyahu a ragionare” e denunciato una linea “fondamentalista e integralista”. Pur difendendo la soluzione dei due Stati, ha escluso che il riconoscimento immediato della Palestina sia la risposta adeguata.

Nuova Freedom Flotilla

L’attivista Greta Thunberg ha annunciato la partenza il 31 agosto dalla Spagna di una “grande flottiglia” per rompere l’assedio a Gaza, con imbarcazioni anche da Tunisia e altri porti, e azioni di solidarietà in oltre 40 Paesi. Thunberg era già stata fermata a giugno dall’esercito israeliano durante un’analoga iniziativa.

Segnali di diplomazia e tensioni regionali

Fonti qatariote riferiscono che una delegazione di Hamas, guidata da Khalil al-Hayya, sarebbe attesa al Cairo per tentare di riprendere i colloqui di cessate il fuoco. Intanto, sul fronte libanese, l’Iran ha reagito duramente al piano del governo di Beirut per disarmare Hezbollah, definendolo un’ingerenza inaccettabile. La visita in Libano del segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano Ali Larijani avviene in un clima di forti divisioni interne e di preoccupazioni per l’influenza di Teheran nella regione.

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