È morto a 97 anni Jim Lovell, leggendario astronauta americano e comandante della missione Apollo 13, protagonista di uno degli episodi più drammatici e celebrati nella storia dell’esplorazione spaziale. La notizia è stata confermata dalla NASA, che ha ricordato Lovell come “un uomo il cui coraggio sotto pressione ha tracciato la nostra strada verso la Luna e oltre”. Nato a Cleveland il 25 marzo 1928, Lovell ha volato nello spazio quattro volte: Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 e Apollo 13. Fu proprio quest’ultima missione, nel 1970, a consacrarlo come simbolo di sangue freddo e leadership. Dopo l’esplosione di una bombola di ossigeno a bordo, l’equipaggio fu costretto ad annullare l’allunaggio e a trasformare il modulo lunare in una scialuppa di salvataggio. Lovell guidò il ritorno sulla Terra in condizioni estreme, salvando la vita sua e dei suoi compagni. La frase “Houston, abbiamo un problema”, pronunciata dal collega Jack Swigert e resa celebre dal film del 1995 con Tom Hanks nei panni di Lovell, è diventata emblema della resilienza umana nello spazio. Ma al di là della fama cinematografica, Lovell è stato un pilota della Marina, un ingegnere e un uomo di grande umanità. “Ogni volta che ho un problema, mi dico: ‘Avrei potuto morire nel 1970. Sono ancora qui. Respiro ancora’,” disse in un’intervista del 1999. La sua famiglia lo ha ricordato con affetto: “Ci mancherà il suo ottimismo, il suo senso dell’umorismo e come ci faceva sentire.” Per la NASA e per milioni di appassionati, Jim Lovell resterà il volto di una missione che, pur fallendo l’obiettivo lunare, ha dimostrato il valore dell’ingegno umano.
