Il segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha annunciato la rescissione di 22 contratti federali per lo sviluppo di vaccini a mRNA, segnando una svolta radicale nella politica sanitaria americana. La decisione, resa pubblica il 5 agosto, riguarda progetti per un valore complessivo di 500 milioni di dollari, e coinvolge colossi farmaceutici come Pfizer, Moderna, Sanofi Pasteur e CSL Seqirus. “Abbiamo esaminato la scienza, ascoltato gli esperti e agito,” ha dichiarato Kennedy in un video diffuso sulla piattaforma X. Secondo il segretario, i vaccini a mRNA “non proteggono efficacemente contro le infezioni respiratorie gravi” e sono vulnerabili alle mutazioni virali. “Una singola variante può rendere inefficace l’intera piattaforma,” ha aggiunto, citando il caso Omicron. La mossa, accolta con favore dai sostenitori di Kennedy, rappresenta un cambio di paradigma: l’HHS reindirizzerà i fondi verso tecnologie più stabili, come i vaccini a virus intero e nuove piattaforme capaci di adattarsi alle evoluzioni virali. Alcuni contratti in fase avanzata verranno conclusi per non sprecare investimenti pubblici, ma nessun nuovo progetto mRNA sarà avviato. Kennedy, da sempre critico verso l’approccio emergenziale adottato durante la pandemia, ha ribadito la necessità di “trasparenza, sicurezza e responsabilità” nella ricerca biomedica. “Non possiamo continuare a finanziare tecnologie che promettono più di quanto dimostrano,” ha affermato. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Per Kennedy, però, la direzione è chiara: “La salute pubblica non può essere subordinata agli interessi industriali.” Con questa mossa, il segretario HHS rilancia la sua visione di una sanità più etica e meno dipendente da logiche emergenziali, guadagnando consensi tra chi chiede un ritorno alla prudenza scientifica e alla sovranità decisionale. Una svolta che potrebbe ridefinire il futuro della ricerca vaccinale negli Stati Uniti.
